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INPS SOSPENDE PENSIONE 240 EURO A DETENUTO CARDIOPATICO RICOVERATO NEL CDT DI BUONCAMMINO.

18 agosto 2011 Nessun Commento

DETENUTO SENZA PENSIONE

“L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha sospeso la pensione di invalidità civile di 240 euro a un detenuto cardiopatico ricoverato nel Centro Diagnostico Terapeutico del carcere cagliaritano di Buoncammino. L’uomo,Vincenzo Matta, che ha subito negli anni passati due delicati interventi chirurgici al cuore, non ha potuto neppure fare ricorso al provvedimento in quanto non ha mai ricevuto l’esito della visita di controllo. La situazione sta diventando sempre più grave in quanto si tratta dell’unica fonte di reddito del detenuto che, per protesta, intende rifiutare i farmaci salvavita”.  Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” avendo ricevuto dall’interessato un’accorata lettera.

“Se non sono cardiopatico e non ho diritto alla pensione di invalidità civile, come hanno invece certificato diversi specialisti, non c’è ragione  – ha scritto Vincenzo Matta – per cui debba assumere gli anticoagulanti e astenermi da lavori pesanti. Non capisco neanche perché sono ricoverato al CDT con una diagnosi di rischio medio alto di trombosi e infarto. Si mettano d’accordo i cardiologi. Per quanto mi riguarda sono determinato: deve essere fatta chiarezza. Sono disperato e solo. Le mie condizioni di salute sono gravi. Sono preda di una depressione. Non posso affrontare la carcerazione in questo stato. Non vedo un futuro. Pago il debito con la giustizia ma non posso subire le conseguenze di qualche falso invalido e dei disguidi dell’INPS”.

Vincenzo Matta, cagliaritano, 46 anni, si è visto dapprima sospendere la pensione d’invalidità – come ha raccontato nel corso dei colloqui in carcere ai volontari di SDR – perché non aveva risposto alla convocazione dell’INPS per le visite mediche di verifica. L’uomo infatti, essendo detenuto, non aveva ricevuto la convocazione. Successivamente, grazie anche a un operatore dell’ORSAC (Opera Redenzione Sociale Assistenza Carcerati) di Cagliari, un medico dell’INPS si è recato in carcere per effettuare l’accertamento. L’esito, peraltro negativo, non è stato però notificato nella struttura detentiva ma inviato al suo ex domicilio dove nessuno glielo ha fatto recapitare. Impossibile quindi per l’uomo fare il ricorso nei termini previsti. In pratica da settembre del 2010, non percepisce l’assegno di 240 euro mensili e vive della carità dei volontari.

“Le revisioni delle pensioni di invalidità, peraltro sempre più spesso negative ma i cui ricorsi poi risultano quasi sempre vincenti, si stanno configurando – afferma Maria Grazia Caligaris – come abusi da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza. Le proteste di cittadini disperati – sottolinea la presidente di SdR – sono una palese dimostrazione delle condizioni in cui versano persone in oggettive difficoltà per lo stato di salute. Le intenzioni autolesioniste da parte di molti cittadini non possono pertanto essere considerate semplici manifestazioni irrazionali”.

 “Davanti a drammi di questa portata, non valgono giustificazioni tecnico-operative. A subire i maggiori disagi sono soprattutto i malati oncologici e coloro che hanno una patologia rischiosa per la vita a cui l’Inps dovrebbe procedere alle verifiche laddove davvero necessario. Le disposizioni per quanto giustamente severe non possono – conclude la presidente di SDR –prescindere dal buon senso. In particolari situazioni c’è infatti il rischio che il disagio sfoci in una tragedia”.

 Cagliari, 18 agosto 2011

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