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Mission

Le riforme hanno consentito all’Italia di crescere culturalmente e di ridurre il divario sociale. Gli esempi più eclatanti sono quelli del suffragio universale, della scuola pubblica statale, dello statuto dei lavoratori, della sanità gratuita. Conquiste costate durissime battaglie. Sull’onda di queste innovazioni sono aumentate notevolmente le prerogative di equità e si è aperta la strada dello sviluppo che ha trasformato la Nazione in una potenza mondiale. Un primato messo in dubbio negli ultimi vent’anni dall’affermarsi della globalizzazione che anziché mettere in primo piano la sfera dei diritti, rendendo ciascuno libero cittadino del mondo paritariamente ai residenti nei Paesi più progrediti, sta completando un avanzamento del capitalismo fondato su uno sfruttamento ancora più scientifico della persona privandola via via della dignità.

Nel frattempo, un’onda conservatrice sta avanzando senza ostacoli, i diritti dei lavoratori vengono erosi dal perdurare del precariato ideato per creare mobilità professionale ma usato dalla maggior parte degli imprenditori per utilizzare come merce di consumo i giovani e per ricattare quanti si trovano alle soglie della pensione. Anche la Sanità nei fatti diventa sempre più privata e così la scuola. Per non parlare di una democrazia profondamente in crisi in virtù di leggi elettorali scritte non per favorire la partecipazione dei cittadini ma per garantire una ristretta oligarchia e una classe dirigente autoreferenziale. Le donne continuano ad essere escluse dalle istituzioni, nonostante le diverse battaglie per la democrazia paritaria, e i giovani faticano a inserirsi nei meccanismi studiati da esperti ottuagenari. I diritti sanciti dalle norme vigenti non vengono rispettati e nel caso dei detenuti lo Stato mette in mora se stesso.

La constatazione che l’Italia è tra i Paesi meno avanzati in Europa sul piano del riconoscimento dei diritti della persona pone una serie di interrogativi ai quali occorre rispondere con la consapevolezza della necessità di allargare la sfera delle opportunità anziché ridurle. Una società che aspira a crescere socialmente non può manifestare preoccupazione quando si tratta di promuovere garanzie. Non è condivisibile l’ansia di una parte della comunità che frena per impedire l’attuazione di modifiche considerate eccessivamente libertarie e quindi pericolose. E’ invece indispensabile pensare a una visione più aperta e articolata che utilizzando le intelligenze disponibili sappia rispondere alle molteplici necessità. Senza servizi adeguati ai bisogni si produce una realtà destinata a un inesorabile declino.

L’associazione “Socialismo diritti riforme” intende contribuire a rendere la realtà sarda più vicina all’Europa promuovendo iniziative per offrire un aiuto ai cittadini in difficoltà a far valere i loro diritti.

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