CARCERI: A IS ARENAS DEVE ESSERE GARANTITO MEDICO 24 ORE PER 7 GIORNI
“E’ vero che i cittadini usufruiscono del medico di base 6 ore al giorno ma, al contrario di quelli che hanno perso la libertà e stanno scontando una pena, possono accedere alla Guardia Medica o recarsi al Pronto Soccorso di un Ospedale. Ecco perché i detenuti della Casa di Reclusione di Is Arenas devono disporre del Medico 24 ore al giorno per 7 giorni”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” con riferimento alla dichiarazione del Direttore dell’Azienda Sanitaria n. 6 del Medio Campidano secondo cui “I reclusi di Is Arenas avranno la stessa assistenza medica che hanno i cittadini comuni che usufruiscono del medico di base per sei ore al giorno. I diritti sono uguali per tutti e a questo principio la ASL 6 intende attenersi”.
“Sorprende – sottolinea Caligaris – che il General Manager dimentichi che Is Arenas dista da un Nosocomio 50 chilometri e che l’intervento del 118 comporta comunque tempi fatali in molti casi. Occorre inoltre ricordare che da 2012 la Finanziaria regionale dispone annualmente 2 milioni e 500 mila euro come fondo integrativo per l’assistenza sanitaria penitenziaria e che, oltre ai fondi del Ministero della Giustizia assegnati alla Regione, sono previste le quote capitarie per ciascun detenuto”.
“Può essere accaduto che i fondi ministeriali, in seguito alla fine della legislatura, siano rimasti congelati ma anche questa circostanza non giustifica alcun taglio al servizio medico di una struttura penitenziaria. Non si può dimenticare che nella Casa di Reclusione di Is Arenas lavorano anche 70 Agenti di Polizia Penitenziaria i quali si troverebbero anch’essi senza assistenza medica nelle ore notturne e la domenica. C’è infine da considerare che quello alla salute è un diritto costituzionale che deve essere rispettato a maggior ragione da chi per l’incarico a cui è assegnato – conclude la presidente di SDR – ha il dovere di garantire un servizio adeguato ai bisogni dei cittadini senza aggettivi”.
Cagliari, 29 marzo 2014
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