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CARCERI: SECONDA EDIZIONE ARTETERAPIA E MEDITAZIONE IN SEZIONE FEMMINILE CASA CIRCONDARIALE CAGLIARI-UTA. CON I “LABORATORI DI RINASCITA”SI UTILIZZANO DIVERSE FORME ARTISTICHE PER IMPARARE A DOMINARE LE EMOZIONI.

20 novembre 2021 Nessun Commento

Sarà inaugurata mercoledì 24 novembre nella sezione femminile della Casa Circondariale di Cagliari-Uta la seconda edizione del progetto “Laboratori di Rinascita”, l’iniziativa destinata alle donne private della libertà per favorire il controllo delle emozioni e l’aggressività. Promosso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale di Cagliari-Uta e dell’Area Educativa, il progetto, avviato nel 2020 ma interrotto per la pandemia, si articola in sei appuntamenti a cadenza mensile. Ideati da Maria Cristina Deidda, oncologa palliativista, e Cristina Muntoni, docente di Storia della sacralità femminile nella Scuola di Arteterapia, gli appuntamenti, con il coinvolgimento di altre quattro professioniste, mediche, infermiere e operatrici olistiche, prevedono l’utilizzo di diverse forme d’arte e comunicazione. Il programma si avvarrà infatti di tecniche di arteterapia, musicoterapia, passi di afrodanza, meditazione con tecnica Osho, tecniche di scrittura rituale e percorsi di rilassamento anche con l’ausilio di cimbali e oli essenziali. Nel progetto è previsto anche  il coinvolgimento delle funzionarie giuridico-pedagogiche e delle Agenti della Polizia Penitenziaria, oltre alle volontarie.

“Il programma che proponiamo  – ha spiegato Maria Cristina Deidda – è teso a costruire la capacità di vivere il disagio personale evitando di trasferirlo sulle altre persone. L’esperienza del dolore e della frustrazione ha  spesso risvolti autolesionistici ma talvolta la persona può trasformarsi da vittima in carnefice. L’ansia quindi diventa rabbia e aggressione verbale e/o fisica. Esistono tecniche che aiutano a esercitare un controllo sulle emozioni e a realizzare una condizione di serenità che favorisce rapporti meno conflittuali e rivendicativi. Riteniamo che l’esperienza della nostra équipe, che lavora nel Day Service di Cure palliative e terapia del dolore nell’Ospedale San Giovanni, possa essere utile in un contesto detentivo dove il disagio è innegabile”.

“Poter contare sul contributo di persone altamente qualificate con una proposta innovativa di approccio alle problematiche delle detenute  – ha sottolineato Marco Porcu, direttore della Casa Circondariale di Cagliari-Uta – è per l’Istituto un’occasione importante. Il nostro agire infatti è spesso reso difficile proprio dalle difficoltà che incontrano le donne nella condizione di perdita della libertà. E’ un progetto ambizioso che inciderà sicuramente in modo positivo in un ambiente dove i conflitti e il disagio psicologico e sociale sono molto marcati”.

“La realtà femminile nelle carceri – evidenzia Paola Melis, presidente di SDR – è particolarmente problematica per diversi fattori. Nelle donne private della libertà è molto  presente il senso di colpa e la preoccupazione per i figli e/o il marito. Anche la scarsa possibilità di avvalersi di corsi di formazione professionale e/o del  lavoro esterno aggrava il senso di frustrazione. Imparare a gestire il disagio è sicuramente uno strumento utile per le detenute, ma anche per chi come le funzionarie giuridico-pedagogiche e le Agenti condividono con loro spazi e tempi”.

“Il riguardo delle esigenze personali e di ciascuna convivente in uno spazio ristretto – ha aggiunto Maria Grazia Caligaris, che presenzierà agli appuntamenti – implica saper rappresentare i propri e gli altrui bisogni. Significa imparare a conoscere meglio se stessi e sviluppare la comprensione empatica che aiuta a contenere l’aggressività. Un momento di crescita per tutte, detenute, operatrici penitenziarie e volontarie”

Cagliari, 20 novembre 2021

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e/o lettura durante i notiziari radiotelevisivi.

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