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CARCERI: DETENUTI MASSAMA A SDR “NUOVO ISTITUTO VECCHI METODI”. DIRETTORE FARCI “ABBIAMO ATTIVATO CORSI SCOLASTICI E INIZIATIVE RICREATIVE “.

21 giugno 2017 Nessun Commento

“Anche se strutturalmente di nuovissima generazione, quello di Massama resta ancorato a vecchi metodi educativi che, come ben sappiamo, sono risultati fallimentari. La situazione all’interno del Penitenziario risulta certamente inadeguata alla costruzione di un uomo veramente nuovo. Quando vengono a mancare le opportunità trattamentali, anche le autorità dirigenti finiscono per ricadere nel baratro dell’inconsapevolezza. Impossibilitati ad esprimere un parere in scienza e coscienza, sull’osservazione della personalità dell’individuo e sul percorso da questi intrapreso”. Lo sostiene in una lunga e articolata missiva inviata alle massime autorità istituzionali nazionali e regionali nonché a Papa Francesco, A. E., ristretto in regime di Alta Sicurezza nella Casa di Reclusione di Oristano-Massama, facendosi interprete delle necessità dei compagni detenuti, evidenziando le criticità del sistema e sottolineando la necessità di attivare nuovi programmi riabilitativi e progetti di recupero sociale.
“In questa struttura, la vita si svolge – evidenzia il detenuto – tra la camera di pernottamento e i locali passeggi. In queste condizioni di inettitudine, anche il lavoro e l’impegno di tutta l’équipe di osservazione e trattamento viene vanificato. Il Direttore di questo Istituto è “quasi costretto” ad esprimere parere negativo sulle richieste di accesso ai benefici, perché sostanzialmente non conosce nessuno dei 300 reclusi. Non vi sono corsi di formazione al lavoro, non esiste un trattamento individualizzante secondo le aspirazioni e le attitudini di ogni detenuto né un corso di scuola media superiore né universitario. Non esistono attività pedagogiche alla formazione di una coscienza del bene collettivo”.

“Nell’Istituto di Massama, oltre ai lavori domestici, sottopagati e che non consentono di provvedere al proprio sostentamento, vi è una forte discriminazione rispetto alle altre mansioni che i detenuti potrebbero svolgere. Fermo restando che restano esclusi i ristretti in AS1, non si capisce – chiede A.E. – perché non vengano ammessi a queste mansioni (cucinieri, lavapiatti oppure elettricisti, muratori, imbianchini) i detenuti in AS3, cui la stessa Amministrazione centrale concede la possibilità. Non vi sono interazioni con la comunità esterna, che pure dimostra una certasensibilità nei confronti del carcere. Al momento sono autorizzati alcuni docenti per un progetto di aiuto e sostegno per quei detenuti interessati a conseguire un titolo di studio”.
“L’elenco delle criticità – osserva Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha ricevuto la lettera – riguardano anche il mancato rispetto della territorialità della pena, della continuità trattamentale da una struttura all’altra, il peso della burocrazia interna, le difficoltà di fruire di fotocopie e di utilizzare la Palestra. Deficitari anche il servizio postale, con gravi ritardi nella spedizione e consegna di lettere e pacchi, nonché quello sanitario soprattutto relativamente alla distribuzione degli antidolorifici. Vi è poi la questione dell’assenza del Regolamento d’Istituto”.

La Direzione dell’Istituto, specificamente interpellata sulle problematiche, ha espresso “amarezza rispetto alle richieste soprattutto relativamente alle iniziative culturali”. “Abbiamo attivato – ha precisato il Direttore Pierluigi Farci – complessivamente cinque corsi di scuola superiore, oltre alla scuola media di primo grado e a quello dei privatisti con i docenti volontari dell’Istituto di Agraria. L’anno prossimo i corsi saranno addirittura almeno 8 se non nove. Dopo alcuni incontri chiarificatori con i detenuti abbiamo dato la possibilità di svolgere attività ludico sportive nelle salette socialità mettendo a disposizione gli attrezzi come era stato concordato. Dalla scorsa settimana è a disposizione il secondo campo di calcetto mentre la Palestra verrà aperta al più presto. Il livello di responsabilizzazione individuale dei detenuti invece – ha aggiunto – non è purtroppo sempre garanzia di coerenza. Abbiamo dato totale fiducia per l’impiego dei computer e il risultato è stato deludente. Insomma si ha la sensazione che la protesta sia fine a se stessa. Il Regolamento è vero non c’è ancora ma è in fase avanzata fase di elaborazione e presto sarà a disposizione di tutti”.

Cagliari, 5 giugno 2017

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