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CARCERI: ERGASTOLANO SARDO ATTENDE RISPOSTA DAP DA 15 MESI

14 ottobre 2016 Nessun Commento

“Sono ormai trascorsi 15 mesi dall’ultima istanza di avvicinamento colloqui presentata da un ergastolano sardo, ma l’Ufficio del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non ha ancora dato alcuna risposta, nonostante due ulteriori solleciti. Un silenzio assordante per chi chiede, dopo dodici anni di lontananza, di poter almeno tornare nell’isola. Una situazione inaccettabile considerando le norme dell’ordinamento penitenziario e le circolari emanate dal Capo del Dipartimento in materia di territorialità della pena”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento al caso di Sebastiano Demontis, 61 anni, di Buddusò, da 3 anni nel carcere di Prato, che chiede un trasferimento in Sardegna.

“I detenuti sardi che si trovano in strutture della Penisola – ricorda Caligaris – vivono una doppia pena perché privati della possibilità di effettuare costanti colloqui con i familiari. Una condizione che peraltro si ripercuote sui parenti che per problemi economici o di salute non sempre hanno l’opportunità di recarsi in visita nei Penitenziari spesso così distanti da richiedere un allontanamento dall’isola di almeno due giorni. I diritti sanciti da leggi e dalle stesse circolari del DAP raccomandano un avvicinamento del detenuto ai familiari anche per rispettare il dettato costituzionale. Non sempre però e non per tutti ciò si verifica”.

“La vicenda di Sebastiano Demontis, aldilà della gravità del reato commesso 21 anni orsono, si configura – sottolinea ancora la presidente di SDR – come una discriminazione. Ha trascorso 12 anni in vari Istituti della Toscana e ha ottenuto un avvicinamento in Sardegna per colloqui nel 2004. Da allora, non sono state accolte le insistenti richieste per poter ritornare nell’isola. L’uomo, che non risulta abbia mancato di rispettare le norme penitenziarie, partecipa ai programmi riabilitativi e l’anno scorso ha conseguito il diploma di Ragioneria”.

“Condannato all’ergastolo per tentata rapina e concorso in triplice omicidio avvenuto in Sardegna, Demontis non chiede sconti di pena o particolari benefici, spera soltanto che il positivo comportamento in carcere, l’avere conseguito il diploma secondo quanto previsto nel suo percorso rieducativo e l’autocritica maturata per i suoi gravi errori possano consentirgli di fruire, come correttamente avvenuto per gli altri suoi coimputati, dei diritti sanciti dalla legge. Negarglieli sembra potersi configurare come una forma di vendetta  – conclude Caligaris – non degna di uno stato civile”.

 

Cagliari, 14 ottobre 2016

 

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