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22 aprile 2016 Nessun Commento

“L’invecchiamento della popolazione in Sardegna è un dato che riguarda anche chi sta dietro le sbarre. Nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta ciò è particolarmente evidente. Con tre ultraottantenni (due uomini S.V. e P. M. e una donna S.M. di 83 anni) l’Istituto potrebbe detenere il primato di “Istituto Penitenziario Geriatrico d’Italia”.  Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha raccolto le segnalazioni di diversi familiari preoccupati per le condizioni di salute dei propri parenti, alcuni dei quali non pienamente autosufficienti.

“Appare singolare – sottolinea Caligaris – che in un Istituto con circa 600 detenuti,  470 dei quali definitivi, un Centro Clinico con 26 posti, in assenza di operatori socio-assistenziali, possano permanere persone di un’età così elevata. Occorre altresì ricordare che nella stessa Casa Circondariale vivono una decina di ristretti di un’età che va dai 71 ai 76 anni. Ovviamente ogni caso deve essere considerato nella sua specificità, ma non si può non ritenere che se la finalità della pena consiste nella rieducazione del detenuto e nel suo reinserimento nel corpo sociale sorge qualche interrogativo”.

“Con alcuni cittadini privati della libertà, che abbiano un’età così elevata e con problemi di salute psico-fisici, la funzione riabilitativa appare per chiunque un obiettivo molto difficile da raggiungere, specialmente in una cella. In qualche caso sembra infatti che la pena sia fine a se stessa e il carcere rappresenti il luogo ideale per ridurre, rimuovendolo, il peso sociale del condannato. In questi casi è determinante il ruolo di custodia degli Agenti della Polizia Penitenziaria. Anche per i Sanitari non è semplice dare risposte a persone così complesse. Insomma – conclude la presidente di SDR – senza voler essere buonisti occorre pensare ad alternative serie per chi talvolta non può camminare con le proprie gambe o incontra difficoltà a comprendere appieno i messaggi. Quello degli ultrasettantenni nelle strutture penitenziarie è una questione non risolta”.

Cagliari, 22 aprile 2016

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