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CARCERI: SDR, DISAGI E COMPLICAZIONI IN SARDEGNA PER DIVIETO USO CELLULARE A DETENUTI ARTICOLO 21

16 marzo 2016 Nessun Commento

“La recente disposizione del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna con cui viene fatto divieto ai detenuti che svolgono un’attività esterna al carcere di disporre e utilizzare il cellulare durante gli spostamenti e nelle ore extramurarie sta creando difficoltà ai lavoratori e ai datori di lavoro anche con negative conseguenze sulla durata dell’impiego”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, facendosi interprete dei disagi.

“L’iniziativa – sottolinea – è stata assunta dal PRAP con l’intento di uniformare il codice di comportamento del cittadino privato della libertà dentro e fuori dall’Istituto. Fino ad ora infatti i lavoranti esterni all’Istituto potevano prelevare il cellulare al mattino e depositarlo la sera al rientro in carcere. Ciò non è permesso al detenuto che lavori dentro la struttura. E’ evidente tuttavia che gli esterni sono detenuti “selezionati” e “particolari” che hanno ottenuto un contratto dopo un attento esame e che con il lavoro possono mantenere se stessi, la famiglia e pagare il mantenimento detentivo. Gli “articoli 21” peraltro hanno apposite celle di pernottamento distinte da quelle degli altri ristretti. Godono di una condizione derivante da una affidabilità che il Magistrato di Sorveglianza “certifica” con un’autorizzazione a lasciare il carcere, anche se solo per le ore finalizzate al lavoro. Deve altresì essere ricordato che nelle strade non ci sono più cabine telefoniche e ciò a maggior ragione nelle campagne”.

“L’applicazione rigida del divieto comporta – aggiunge la presidente di SDR – dei problemi nel caso, purtroppo non infrequente, in cui il cantiere di lavoro non possa essere raggiunto a piedi e il mezzo pubblico ritardi o abbia un guasto, oppure se un malessere o un altro impedimento renda impossibile al detenuto di rispettare l’orario di ritorno in carcere. Tutte circostanze che le Forze dell’Ordine possono facilmente verificare. Senza preavviso o segnalazione tempestiva invece, la persona rischia di perdere il lavoro e di dover con maggior fatica ripercorrere ex novo la strada che lo aveva condotto al raggiungimento dell’obiettivo della propria emancipazione sociale”.

“C’è poi un altro aspetto sul quale riflettere. Potrebbe risultare anche molto più difficile per le Forze dell’Ordine verificare il genere di relazioni telefoniche che il detenuto potrebbe intrattenere qualora dovesse impiegare un cellulare messo a disposizione da un conoscente o da un amico. Allora forse sarebbe più opportuno fare un’analisi più approfondita, riflettere sulle conseguenze del provvedimento e, facendo prevalere il buon senso, ristabilire la precedente prassi permettendo l’uso del cellulare personale. E’ probabile che in questo modo – conclude Caligaris – tutti si sentirebbero più tranquilli, anche i datori di lavoro”.

Cagliari, 16 marzo 2016

 

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