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AMBIENTE, TERRITORIO, ENERGIA: CAMBIARE SI PUO’, OCCORRE VOLERLO intervento di Maurizio Ciotola, socio SDR

3 novembre 2015 Nessun Commento

Pubblichiamo un intervento di Maurizio Ciotola, socio SDR e collaboratore del quotidiano di Cagliari “L’Unione Sarda” su economia e sviluppo.

Tutti o quasi, convengano sul fatto che, il modello di sviluppo sul quale pone le sue basi l’economia Occidentale, sia arrivato al capolinea, almeno così come lo conosciamo.

immaginare una decrescita sotto la minaccia delle fame per alcuni e l’esclusione per tanti altri, appartiene ad una utopia, il cui tentativo per il suo raggiungimento, condurrebbe a conflitti di ampia e pericolosissima portata.

Vi è però sicuramente una via, ove la modifica di un modello di sviluppo incrocia quella della decrescita senza generare esclusi, restituendo vita al pianeta e prospettive agli esseri umani.

l’energia costituisce un bene fondamentale, per il quale sono in corso guerre sanguinose o per cui le sorti di Paesi, in precedenza autonomi, sono mutate. e per il cui controllo abbiamo assistito e assistiamo ovunque ad una riduzione della libertà politica generale.

Quanto accade ed è accaduto nel nord Africa, al pari di ciò che si vive nel medio oriente e nelle ex repubbliche sovietiche,  ha un comune denominatore, che collima con la nostra fame energetica.

Se gli ambientalisti di cartello, politicizzati, avessero manifestato contro le porcherie industriali seminate sul territorio del nostro paese, non solo questo si sarebbe giustamente fermato, ma sarebbero nati conflitti difficili da domare, tra chi ha voluto distruggere e sfruttare per profitto e coloro che chiedevano il rispetto dell’uomo e del suo ambiente.

Di fatto in Sardegna, gli sparuti manifestanti politici contro le raffinerie del sud dell’Isola, il polo industriale del Sulcis, delle bestialità industriali sorte al centro della stessa o i contrappesi chimici nati al nord, hanno avuto vita breve, brevissima.

le produzioni energetiche rispettose del territorio e dell’ambiente in genere, non lasciano terreni da bonificare e nel contempo non generano morti nel loro intorno.

il nostro è un Paese in cui vi è una gran parte di politici e industriali incapaci di pensare una via diversa di sviluppo, preferendo attingere dagli ammortizzatori sociali, per mantenere i clientes, il potere e qualche prebenda, seppur destinando a morte certa una intera popolazione.

se uno speculatore o qualche delinquente sfrutta risorse energetiche alternative, non sono questi metodi da mettere sotto accusa, evidentemente,  ma le “peculiarità” dei soggetti imprenditori che, a dire il vero non sono per nulla dissimili da quelle di tanti altri cui, su quest’Isola, hanno impiantato le loro industrie, distruggendo il territorio e la vita, per distribuire elemosina.

maurizio ciotola

cagliari, 15 ottobre 2015

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