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CARCERI: NEGATO A DETENUTO INCONTRO CON PROPRIO CANE IN CASA RECLUSIONE MASSAMA PER ASSENZA REGOLAMENTAZIONE

28 agosto 2015 Nessun Commento

“La richiesta avanzata da un detenuto del carcere di Oristano-Massama di poter incontrare il suo cane non può essere soddisfatta per l’assenza di una regolamentazione che ne determini la precisa natura, le modalità e le finalità”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento alla risposta del Direttore della Casa di Reclusione Pierluigi Farci alla lettera con cui era stato invitato a considerare l’opportunità di consentire al cittadino privato della libertà di incontrare l’animale a cui è particolarmente legato. L’uomo in una missiva all’associazione aveva manifestato l’esigenza di poter vedere l’animale per lenire gli stati di disagio psicologico.

“Il responsabile dell’Istituto oristanese – afferma Caligaris – ha risposto con sollecitudine alla missiva di SDR facendo osservare che innanzitutto non “può prendersi un provvedimento che poi, a condizioni analoghe, non venga applicato anche agli altri detenuti”. Il Direttore Farci precisa altresì che “non è mai stata risolta la qualificazione dell’incontro che, per le motivazioni solitamente addotte, come anche in questo caso, assumono toni e carica emotiva da incontro come un prossimo congiunto, si tratterebbe quindi di un Colloquio? Non credo sia configurabile”.

Relativamente alla Pet Therapy prescritta dalla psicologa dell’Istituto al detenuto che soffre di crisi depressive, così come il cittadino privato della libertà ha affermato nella lettera, il dott. Farci afferma che “non è certo prescrivibile dalla ASL come tante altre cure che non possono essere effettuate dai detenuti”. La problematica principale per soddisfare la richiesta resta comunque quella di garantire pari opportunità a tutti i cittadini privati della libertà nella Casa di Reclusione di Oristano. “Come si potrebbe negare la stessa terapia a qualunque altro detenuto che avesse una prescrizione simile, d’altra parte non credo difficile da ottenere posto che la Pet Therapy ha comunque effetti positivi? E’ come dire SI per un cane No per un gatto o un cavallo o altro ancora, posta come base la parità di condizioni detenuti”.

“Le problematiche rappresentate dalla Direzione dell’Istituto di Oristano-Massama, nel richiamare l’assenza di una regolamentazione ribadiscono, la necessità – evidenzia la presidente di SDR – di disporre una norma chiarificatrice che non esponga i responsabili delle strutture penitenziarie a rischi interpretativi. Resta però un fatto incontrovertibile che è stato possibile non solo far incontrare i detenuti con i cani nelle carceri di Bologna, Livorno, Firenze e Montone, ma addirittura consentire la convivenza in cella con canarini a Padova. E’ inoltre appena il caso di ricordare che nel 1986, un esponente di Prima Linea, durante il processo, ottenne dal giudice il permesso di incontrare il suo pastore tedesco. Situazioni certamente differenti così come lo sono i convincimenti personali e il livello di cultura animalista. Relativamente alle terapie, infine, è appena il caso di ricordare che la Pet offre opportunità di recupero formidabili soprattutto per i disturbi dell’umore e nei casi anche gravi di autismo. Nel rivolgere un appello al responsabile del Dipartimento e al Ministro della Giustizia auspichiamo che anche in Sardegna – conclude Caligaris – un detenuto possa incontrare almeno un cane, specialmente quando le sue condizioni psichiche sono particolarmente difficili”.

 

Cagliari, 26 agosto 2015

 

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