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CARCERI: IN SARDEGNA E’ STRANIERO UN DETENUTO SU QUATTRO (26,1%)

4 giugno 2015 Nessun Commento

“La Sardegna assiste costantemente all’arrivo di detenuti, prevalentemente stranieri, dalle carceri della Penisola. E’ la conferma che le nuove strutture sorte nell’isola non sono destinate a rafforzare la risocializzazione e il reinserimento sociale dei condannati ma primariamente ad alleviare il sovraffollamento negli Istituti ubicati dalle Alpi in giù. Un’amara considerazione confortata purtroppo da inequivocabili numeri”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento ai dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria relativi al mese di maggio appena trascorso.

“Nella nostra realtà infatti – sottolinea – cresce il numero dei detenuti stranieri. Su 1.950 persone private della libertà, 509, pari al 26,1% del totale, non è italiana. Il dato è particolarmente significativo perché è il risultato dei trasferimenti nell’isola di cittadini considerati, troppo spesso a torto, senza legami familiari e per i quali quindi la territorialità della pena non è un principio da rispettare. Una sottovalutazione del DAP che il più delle volte genera disagio, squilibri e sofferenza durante l’espiazione e dopo la liberazione”.

“La fotografia ministeriale – evidenzia la presidente di SDR – delinea una realtà detentiva con diverse percentuali di presenza straniera, prevalentemente extracomunitaria. L’indice più elevato si registra a Mamone-Lodè. Nella colonia penale si trovano 138 detenuti (per 392 posti) 109 dei quali sono stranieri (circa il 79% dei ristretti). La percentuale “scende” al 64,1% ad Arbus “Is Arenas” (50 stranieri su 78 reclusi per 176 posti). Sorprendente, per certi versi, la situazione di Sassari-Bancali con 149 persone non italiane su 361 detenuti (pari al 41%). A Isili, con 155 posti, ci sono invece 31 stranieri su 82 detenuti (37,7%). Salta agli occhi anche la situazione di Cagliari-Uta dove apparentemente la percentuale è bassa (18,8%) ma in numeri assoluti si tratta di 106 persone”.

“Le difficoltà  - afferma ancora Caligaris – aumentano anche in considerazione del conclamato sovraffollamento di Tempio-Nuchis dove, a fronte di 167 posti regolamentari, sono presenti 198 detenuti (7 stranieri). Preoccupa la situazione di Sassari-Bancali con 361 ristretti per 363 posti e Cagliari-Uta in cui ci sono 563 ristretti per 567 posti effettivi (659 quelli regolamentari considerando il padiglione del 41 bis non ancora terminato). Insomma, ormai quasi tutte le celle costruite per ospitare due detenuti ne accolgono tre o addirittura quattro. In breve faranno di nuovo la loro bella figura i letti a castello. I dati del DAP (2.638 posti regolamentari), che comprendono le Colonie Penali sottodimensionate, non evidenziano le situazioni più difficili”.

“Ad aumentare le difficoltà di gestione è anche il numero degli Agenti di Polizia Penitenziaria rispetto ai detenuti. Sono infatti complessivamente circa 1.800, insufficienti per far fronte adeguatamente alle necessità dentro gli Istituti, soprattutto laddove diventano indispensabili le scorte e i piantonamenti. La realtà è capovolta nelle Colonie dove invece gli Agenti sono sufficienti. Le piante organiche dovrebbero quindi essere aggiornate e il DAP dovrebbe indire un nuovo interpello per consentire il ritorno in Sardegna ai Berretti Azzurri che lo desiderano. Il sistema detentivo nell’isola continua a presentare aspetti problematici, nonostante la buona volontà degli operatori, e grava in modo pesante sulla Magistratura di Sorveglianza che deve far fronte a una serie di incombenze burocratiche derivanti dalle più recenti disposizioni di legge. Il risultato è che spesso la liberazione anticipata viene concessa con notevoli ritardi e ciò – conclude Caligaris – incide negativamente sull’azione risocializzante e sulle attività di reinserimento”.

Cagliari, 4 giugno 2015

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e/o lettura durante i notiziari radiotelevisivi.

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