CARCERI: 5/A EDIZIONE “RAMADAN, CULTURA E PREGHIERA” DA GIOVEDI’ INIZIA DIGIUNO RITUALE A CAGLIARI-UTA PER 40 RISTRETTI
E’ tutto pronto nel carcere di Cagliari-Uta per il grande digiuno sacro che quest’anno, dal 18 giugno al 17 luglio, interesserà una quarantina di detenuti fedeli musulmani. L’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, in collaborazione con l’Area Educativa e la Direzione della Casa Circondariale di Cagliari, ha promosso, per il quinto anno consecutivo, l’iniziativa “Ramadan, cultura e preghiera” rivolta ai detenuti di religione islamica praticanti. Venti chilogrammi di datteri, acquistati da SDR anche con il contributo di Paola Melis Agente Generale UnipolSai, sono stati consegnati all’Istituto e saranno distribuiti ai musulmani per rispettare il rito durante i 30 giorni di digiuno.
Ciascuno dei detenuti praticanti, che rispettano il dettato del Ramadan, riceverà infatti un sacchettino contenente i datteri. Ogni sera, a conclusione della giornata di astinenza dal cibo, consumerà il frutto e berrà del latte prima di nutrirsi. Durante l’intero mese, nel rispetto della volontà dei praticanti, verrà distribuito il cibo solo dopo il tramonto.
“La sempre più consistente presenza di detenuti extracomunitari di fede musulmana anche nella nuova struttura penitenziaria di Uta ha richiamato l’attenzione sul problema della pratica della fede islamica. Se ne sono fatti interpreti gli operatori dell’Area Educativa e i volontari. La cultura e la spiritualità infatti costituiscono per i detenuti aspetti di alto valore umano e sociale. Con queste finalità l’associazione – sottolinea Maria Grazia Caligaris, presidente di Socialismo Diritti Riforme – è impegnata a offrire anche quest’anno un segno tangibile della cura umana verso chi vive un difficile momento”.
“Il Ramadan è vissuto come un’occasione di profonda purificazione, di rinascita, di pura preghiera. La fede è per tutti i detenuti la fonte primaria di consolazione e di speranza soprattutto nelle lunghe attese che precedono i processi ma anche durante l’intero periodo di perdita della libertà. La preghiera rituale rappresenta per i fedeli musulmani un momento collettivo di riflessione e di crescita interiore irrinunciabile. Il gesto solidale verso chi pratica il Ramadan – conclude la presidente di SDR – è un modo per esprimere reciproco rispetto e rafforzare i sentimenti di condivisione pacifica”.
Cagliari, 16 giugno 2015
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