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CARCERI: ENTRO ESTATE DETENUTI 41 BIS A SASSARI-BANCALI

16 marzo 2015 Nessun Commento

“E’ stata imposta un’accelerata ai lavori di completamento del Padiglione del Villaggio Penitenziario di Sassari-Bancali destinato ad accogliere 92 cittadini privati della libertà sottoposti al 41bis, il regime detentivo di isolamento previsto per i reati di terrorismo, eversione, ndrangheta e mafia. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sembra infatti voler disporre della struttura prima dell’estate per iniziare a trasferire i detenuti”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando come “il progetto del Ministero della Giustizia continua il suo corso nonostante le polemiche sulla concentrazione di 184 detenuti al 41bis suddivisi tra Cagliari e Sassari”.

“Aldilà di qualunque considerazione sulla opportunità di trasferire nell’isola poco meno di un terzo dei ristretti considerati più pericolosi in Italia, il regime duro applicato nelle due Case Circondariali di Sassari-Bancali e Cagliari-Uta – rileva Caligaris – potrebbe negativamente incidere sul clima generale della detenzione. Si profila insomma anche il rischio di limitare le iniziative finalizzate al recupero sociale e  rieducativo dei reclusi”.

“Anche la necessaria presenza dei GOM, gli Agenti del Gruppo Operativo Mobile, il reparto della Polizia penitenziaria istituito nel 1999 che opera alle dirette dipendenze del Capo del Dipartimento per i compiti relativi alla custodia della detenzione speciale, potrebbe – osserva la presidente di SDR – trasformare profondamente la realtà dei due luoghi di pena, da poco inaugurati e ancora in fase di rodaggio dove l’umanità degli Assistenti Penitenziari è un tratto caratteristico”.

“E’ dunque opportuno che le Istituzioni regionali operino al più presto per ottenere chiarimenti dal Ministero in merito ai trasferimenti dei detenuti in 41bis in modo che si conoscano una volta per tutte tecniche, modi e tempi di realizzazione di un progetto non condiviso dalla comunità isolana e verso il quale si nutrono forti perplessità. Non basta infatti sostenere che la Sardegna per le sue condizioni sociali ed economiche non è terra che suscita grandi appetiti. Non vorremmo – conclude Caligaris – che le difficoltà della regione debbano permanere e perpetrarsi per attuare fini non riconducibili a scelte consapevoli”.

 

Cagliari, 9 marzo 2015

 

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