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CARCERI: GRAVI CARENZE IN ASSISTENZA SANITARIA DETENUTI ORISTANO-MASSAMA

20 novembre 2014 Nessun Commento

“Non c’è solo il problema del sovraffollamento nel carcere di Oristano-Massama, dove sono ristretti 300 detenuti, oltre 240 dei quali in regime di alta sicurezza, distribuiti in 5 sezioni. Le preoccupazioni riguardano l’assistenza sanitaria inadeguata a garantire pienamente il rispetto del diritto costituzionale alla salute”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, che ha ricevuto diverse segnalazioni da detenuti e familiari in merito.

“A due anni dalla inaugurazione del “Salvatore Soro” – sottolinea Caligaris – l’assistenza sanitaria non è ancora soddisfacente. Basti pensare che il riunito odontoiatrico è diventato operativo poco meno di un anno fa, dopo che sono stati predisposti gli impianti elettrici e le necessarie strumentazioni. E’ però ancora irrisolto il problema di garantire a quanti lo richiedono il dentista per l’implantologia o le cure. Il risultato è che la maggior parte degli interventi dello specialista odontoiatrico della ASL, nelle poche ore in cui è disponibile, si risolvono con la distribuzione di antidolorifici, antibiotici e/o estrazioni dentarie anziché garantire le pratiche conservative ed è praticamente impossibile ricorrere a un dentista privato”.

“Appare infatti paradossale che l’Azienda Sanitaria Locale, per consentire a un dentista privato di utilizzare la dotazione strumentale, richieda una fideiussione di 25 mila euro e pretenda il 30% su ciascuna prestazione per l’utilizzo della poltrona odontoiatrica e della relativa strumentazione laddove la ASL non deve sostenere spese in quanto risultano a carico dell’amministrazione penitenziaria.  Non solo, ciascun professionista – evidenzia la presidente di SDR – deve portare la strumentazione medicale”.

“L’inadeguatezza delle cure sanitarie sta accentuando le tensioni tra i detenuti soprattutto tra gli oltre 40 condannati all’ergastolo che, nonostante abbiano diritto alle celle singole, sono costretti a condividere la stanza con altre due/tre persone. Nelle ultime settimane molti si sono rifiutati di accogliere il terzo letto con il risultato che sono stati sottoposti a provvedimenti disciplinari. Il passaggio della sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia a quello della Sanità, e quindi alle diverse ASL territoriali, non ha prodotto gli effetti sperati. Anzi al contrario la condizione appare notevolmente peggiorata. E’ quindi indispensabile – conclude Caligaris – un intervento chiarificatore da parte dell’assessorato regionale della salute anche perché le problematiche sono differenti nelle diverse realtà a testimonianza del fatto che è assente una linea unitaria per garantire il rispetto del dettato costituzionale”.

 

Cagliari, 19 novembre 2014

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