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NUOVO CARCERE CAGLIARI: UNO STILLICIDIO SOTTOVALUTATO DALLA POLITICA

14 settembre 2014 Nessun Commento

“Ancora un ritardo nella conclusione dei lavori del Villaggio Penitenziario di Uta, la nuova Casa Circondariale di Cagliari, a causa di impegni non mantenuti da Opere Pubbliche. Il mondo politico isolano tuttavia sembra indifferente non considerando il lievitare dei costi, lo schiaffo agli operai e la totale assenza di rispetto verso la comunità locale”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento al nuovo sciopero delle maestranze per non aver ricevuto gli stipendi di luglio e agosto.

“Non si riesce a comprendere perché – sottolinea – venga accettata una situazione palesemente fuori da qualunque logica di efficienza che, non solo moltiplica i costi, ma lede la dignità dei lavoratori e di chi attende di utilizzare i nuovi spazi per scontare la pena in un ambiente meno afflittivo di quello dello storico penitenziario del Colle di San Lorenzo”.

“Non si può dimenticare che a Cagliari, per fare fronte alle esigenze di sicurezza della mega struttura carceraria, è stato trasferito dalla Penisola un consistente numero di Agenti della Polizia Penitenziaria, attualmente dislocati in altre strutture non potendo operare a Uta. Non si può neanche ignorare che alcune delle opere ormai concluse mostrano segni evidenti di ruggine alle grate delle finestre con necessità di interventi di ripristino. Sono ancora irrisolti – ricorda ancora la presidente di SDR – i nodi delle aree riservate agli amministrativi, costretti in stanze con finestre inadeguate, che il Centro Clinico non è stato ancora completato e che, nonostante da mesi una squadra di detenuti lavori costantemente per consentire il trasferimento dei ristretti, ci sono ancora opere inconcluse”.

“E’ assurdo pensare che i Ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture possano ritenere che dismettendo Macomer e Iglesias si recuperino i fondi necessari a finire i lavori a Uta. In questi anni sono stati fatti troppi errori prima nella progettazione, poi nelle modifiche in corso d’opera e ancora nella conclusione dei lavori. Senza un forte intervento dei Parlamentari sardi – conclude Caligaris –sarà difficile sapere con certezza quando Buoncammino potrà finalmente divenire un ricordo”.

 

Cagliari, 11 settembre 2014

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