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LA FINE DELL’OCCIDENTE un intervento di Maurizio Ciotola pubblicato da “L’Unione Sarda”

26 settembre 2014 Nessun Commento

il millennio che si è concluso è terminato con il cosiddetto secolo breve, in seguito allo sgretolamento dell’impero comunista sovietico e con esso dell’idea che, quella ideologia, potesse condurre la società verso un equilibrio degli impulsi di dominio.

se quel secolo è morto prima, in barba ai calendari stilati in occidente, il millennio che si pensava chiuso nel duemila, per dar vita a quel agognato XXI secolo, in realtà si protrae negando il parto del nuovo millennio.

credo sia naturale dubitare della visione di un grande e grigio politico americano, quale Henry Kissinger, sul “nuovo ordine mondiale”, visto che nell’esercitare il suo ruolo ha contribuito negli anni, a disseminare terrore sul pianeta, dietro il vessillo della sua libertà, quella americana, da lui interpretata.

con maggior difficoltà potremmo entrare in merito alle profonde disquisizioni di un bravo economista, qual’é Paolo Savona,  che dietro la griglia funzionale di un modello economico in disfacimento, cerca di prolungarne l’agonia, ridisegnando alcuni parametri senza metter in discussione i fondamentali da cui è sorretto.

I cittadini nel loro vivere, di ogni secolo, poche volte hanno avuto la consapevolezza del mutar degli eventi, pur essendone gli agenti principali.

 

gli antichi romani forse percepirono la dissoluzione dell’impero, delle sue istituzioni e ci fu una reazione al mutamento principale, quello religioso, che di fatto segnò la sua fine.

 

ci vollero alcuni secoli affinché quell’impero, nella concretezza scomparisse, pur restando un istituzione suprema, cui i domini territoriali dei nuovi principi si appellavano per acquisire credito.

 

differentemente, questo “impero” Occidentale, in profonda crisi identitaria, non riuscirà ad affrancarsi dal suo passato in un periodo altrettanto lungo, se volete, compatibile con le mutazioni apportate dal rinnovo generazionale.

 

la velocità, l’interconnessione fattuale tra i suoi cittadini, accelera i processi evolutivi, da cui la storia dell’uomo è percorsa fin dalla sua origine, senza sosta e senza fine.

 

forse è tempo di dismettere quella “matrice” con la quale abbiamo dato lettura del mondo fino ad oggi, probabilmente questo è il momento in cui è auspicabile che, l’apertura verso l’altro divenga prassi, in contrasto con l’approccio in contrapposizione di natura imperialista.

 

forse dovremmo ri-prendere a confrontarci in modo elementare, dialogico, essenza ab origine della filosofia, liberandoci dalle sovrastrutture culturali di cui siamo viziosamente prigionieri.

maurizio ciotola, socio SDR

cagliari, 4 settembre 2014

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