Home » DOCUMENTI, In Evidenza, News

CARCERI: SLITTA ANCORA APERTURA UTA ANCHE PER PROBLEMI IN CENTRO CLINICO

27 agosto 2014 Nessun Commento

            “La presenza di una TAC, voluta dal Ministero per evitare le uscite ospedaliere ai detenuti in regime di massima sorveglianza (41bis), impedisce l’ingresso e l’installazione di un’indispensabile apparecchiatura di radiologia. Un imprevisto che, insieme ai ritardi accumulati nei lavori dei vari padiglioni, farà ulteriormente slittare l’inaugurazione del Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, esprimendo “forti perplessità sulla progettazione della nuova Casa Circondariale ubicata in una landa desolata dell’area industriale cagliaritana”.

“Il Riunito Radiologico, uno strumento diagnostico fondamentale per lo screening della TBC, per verificare la presenza di eventuali fratture e/o per la panoramica dentale, non entra più – sottolinea Caligaris – nel locale che gli era stato destinato. Una situazione che potrebbe comportare l’assunzione di alternative non compatibili con un Centro Clinico pienamente efficiente dal 15 settembre, come annunciato, a meno che non si preveda di effettuare ogni accertamento diagnostico dei detenuti nei Presidi ospedalieri del capoluogo. I tecnici della ASL insomma dovranno valutare se acquistare un nuovo strumento diagnostico di dimensioni tali da poter essere collocato nei locali oppure se far abbattere un muro che tuttavia dovrà essere costruito con la piombatura necessaria trattandosi di raggi. Difficile quindi ritenere che ciò possa avvenire in tempi rapidissimi”.

“Il Villaggio Penitenziario di Cagliari-Uta non finisce mai di riservare sorprese che – ricorda la presidente di SDR – derivano tutte, purtroppo, da un affidamento dei lavori a progettisti con scarse informazioni in merito alle reali esigenze dei detenuti e degli Agenti di Polizia Penitenziaria. A ciò si sono aggiunte le modifiche in corso d’opera che hanno ulteriormente complicato la telenovela di un Istituto che, iniziata nel 2006, avrebbe dovuto concludersi nel 2010”.

“Aldilà delle problematiche strutturali, è diventata improcrastinabile una conferenza dei servizi per quelle sanitarie che abbia come protagonisti la Regione, i vertici dell’ASL 8 e del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria. Il modello sperimentato in questi ultimi anni a Buoncammino, non può essere applicato a Uta. E’ necessaria una riorganizzazione che veda da un lato il rafforzamento del servizio del 118, con la presenza in sede di un’ambulanza – così come avviene in altre realtà della Penisola – e un potenziamento della medicina di base in modo da garantire continuità terapeutica. La realtà che andrà a definirsi a Uta è molto più complessa di quella di Cagliari. Oltre a uomini e donne privati della libertà, in numero decisamente superiore a Buoncammino, ci sono più numerosi Agenti di Polizia Penitenziaria, a cui si aggiungono gli amministrativi. Le distanze tra Uta e gli Ospedali non sono sempre facilmente colmabili in considerazione dei collegamenti e non sembra ideale la soluzione di utilizzare per le urgenze l’ambulanze del 118 di stanza a Sarroch. L’auspicio è che i problemi vengano presi in seria considerazione – conclude Caligaris – e risolti anche alla luce delle negative esperienze fatte in altre mega strutture”.

 

Cagliari, 26 agosto 2014

 

Scrivi il tuo commento all'articolo

Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla redazione del sito.

E' possibile effettuare embed di qualsiasi oggetto multimediale o video (es. youtube-flickr) e utilizzare i seguenti tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Questo è un sito abilitato ai Gravatar. Per avere il tuo avatar universale registrati su Gravatar.

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.