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SERVITU’ MILITARI IN SARDEGNA – una riflessione di Maurizio Ciotola

26 luglio 2014 Nessun Commento

in Sardegna le servitù militari, hanno da sempre costituito un elemento di contestazione e ricatto per le forze politiche presenti negli ambiti istituzionali.

 

la forte presenza di militari italiani e stranieri, ha inciso non poco su quella, che è stata l’economia di questa regione, abituata a far pagare il “pedaggio” ai cittadini in transito, ma non alle multinazionali da cui è devastata.

 

i territori urbani o residenziali, limitrofi agli insediamenti dei comandi interforze, non sono “colonizzati” gratuitamente e in nero dai militari in missione,  ma ad essi è legata una economia necessaria al mantenimento strutturale degli stessi insediamenti militari, quanto alle aree in cui sono ospitati.

 

certo è che in tanti hanno lavorato e protestato per ridurre ed azzerare la presenza di quelle basi, sulle quali non solo la Sardegna, ma anche l’Italia, di fatto, non aveva alcuna sovranità.

 

per altro la politica istituzionale locale, nell’individuare l’ineluttabilità derivante dal contesto internazionale, pienamente immerso in una guerra fredda apertamente dichiarata, ha cercato di trarre vantaggio da essa.

 

sicuramente non vi è stato acume nel governare questa devastante presenza militare che, nel costituire vere e proprie enclave nella nostra Isola, hanno svolto attività non compatibili con la presenza delle comunità storicamente insediate nelle vicinanze.

 

per contro, quelle stesse enclave hanno costituito uno sbarramento alle devastazioni pianificate, di cui parte della costa isolana è stata vittima, in un ennesimo connubio tra amministratori locali ed imprenditoria edile, quasi mai locale.

 

oggi alcuni deputati, giustamente, contestano questa presenza, di cui avevano taciuto sia nelle loro funzioni di presidente della regione, sia negli anni “gloriosi” da parlamentare di forza Italia.

 

non meno di un altro ex presidente della regione, oggi deputato europeo, che si fece vanto di aver determinato l’abbandono de La Maddalena da parte degli americani, che a dire il vero, avevano già contrattato quel disimpegno sul piano nazionale.

 

oggi chi ci governa localmente, tra un silenzio e l’altro, ha deciso di cavalcare l’onda del consenso, muovendosi politicamente sul piano della sovranità, adducendo però a motivi economici e non di principio o legalità.

 

diversamente da ciò che invece, con caparbietà e senso di giustizia, compie il dottor Fiordalisi, facendo emergere ciò che, la politica ha nascosto e ignorato, sicuramente contrattato, che oggi continua vergognosamente ad ignorare timorosa e supina.

 

maurizio ciotola, socio “Socialismo Diritti Riforme”

 

PUBBLICATO DA L’UNIONE SARDA IL 25 LUGLIO 2014

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