CARCERI: IGLESIAS E MACOMER UTILI PER RECUPERO DETENUTI
“Le strutture penitenziarie di Iglesias e Macomer sono strumenti utili al recupero dei detenuti. In particolare “Sa Stoia” risponde all’esigenza riabilitativa dei sex offender. La loro chiusura rappresenta un passo indietro nel sistema penitenziario e non garantisce alcun risparmio effettivo”.
Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento al provvedimento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha sancito la definitiva chiusura delle due strutture detentive suscitando la reazione di amministratori locali, sindacati degli Agenti di Polizia Penitenziaria e di consiglieri regionali del territorio.
“Il Ministero – sottolinea Caligaris – sbaglia quando ritiene che la concentrazione dei detenuti in Villaggi Penitenziari, come Massama, Bancali e Uta, ubicati in località distanti dai centri urbani e difficilmente raggiungibili, possa migliorare il sistema e razionalizzare le spese. In realtà in questo modo si rischia solo di aumentare l’afflittività della pena per il recluso estendendola anche ai familiari. Una concezione che sembra dimenticare l’altro aspetto della sanzione penale quello del recupero sociale. Le megastrutture di recente apertura stanno evidenziando numerosi limiti e non sono garantiscono alcuna economicità, anzi. Le Case Circondariali di Sa Stoia e Bonu Trau proprio per le dimensioni, si prestano maggiormente a ospitare persone private della libertà da sottoporre a trattamenti specifici e favoriscono il lavoro degli Agenti di Polizia Penitenziaria e degli altri operatori socio-sanitari. Rispondono meglio a quel tratto umano che deve caratterizzare il periodo di separazione nell’ottica di un ritorno in società”.
“Le strutture a dimensione umana inoltre creano un rapporto positivo con la comunità e con le istituzioni locali maggiormente attente a promuovere iniziative per rafforzare la funzione rieducativa della pena. L’auspicio è che prevalga il buon senso e si inizi a considerare la sicurezza sociale quella derivante dall’abbattimento della recidiva. La razionalizzazione dei costi – conclude la presidente di SDR – non può trasformarsi in un’occasione mancata”.
Cagliari, 18 luglio 2014
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