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CARCERI: SOVRAFFOLLATO ISTITUTO ORISTANO-MASSAMA, NUOVA PROTESTA DETENUTI

30 maggio 2014 Nessun Commento

             “Da una settimana operiamo la battitura delle grate al fine di sensibilizzare la Direzione e l’opinione pubblica affinché venga sentita la nostra voce. Ci stanno ammassando tre per cella. Hanno messo le reti metalliche alle finestre con conseguenze dannose per la vista. Non ci sono corsi di formazione, i pochissimi lavori equivalgono a una riduzione in schiavitù perché viene pagata solo un’ora anziché quelle realmente svolte”. Sono alcune delle segnalazioni giunte all’associazione “Socialismo Diritti Riforme” dai detenuti di due sezioni del carcere di Massama-Oristano costruito per ospitare non più di 250 detenuti.

            “La realtà della struttura penitenziaria – sottolinea Maria Grazia Caligaris, presidente di SDR – risulta purtroppo molto diversa da quella prevista. Attualmente sono ristretti oltre 270 cittadini, 210 in regime di Alta Sicurezza, con 32 ergastolani.  Si tratta prevalentemente di detenuti provenienti dal Meridione: calabresi, campani, pugliesi e siciliani in carcere ormai da molti anni. L’Istituto oristanese però non solo non garantisce, come invece è sempre stato, le celle singole a quanti hanno il fine pena mai, ma a fronte di due posti letto per camera detentiva in poche settimane con il terzo letto ha raggiunto condizioni di sovraffollamento insopportabile con conseguenti forti tensioni. Non solo, a gestire la rieducazione ci sono solo tre educatori e 160 Agenti che si riducono a 80 per ciascun turno. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria tuttavia sembra deciso ad ignorare le difficoltà e si profilano nuovi arrivi nelle prossime settimane”.

            “A rendere la situazione ancora più difficile – evidenzia Caligaris – è la scarsa disponibilità di occasioni di lavoro associata agli irrisori fondi assegnati dal Ministero per le mercedi. Ciò significa che lo scopino, lo spesino e i lavoranti di sezione non ricevono il pagamento delle ore effettive di lavoro ma solo di una parte con evidenti nuovi ulteriori tensioni che la Direzione suo malgrado deve gestire. Risulta inoltre inspiegabile perché i detenuti in regime di Alta Sicurezza siano stati concentrati nelle strutture di Massama e Nuchis. Si tratta di persone che avendo alle spalle diversi lustri in cella manifestano anche diversi problemi sanitari che richiedono spesso l’intervento di visite specialistiche”.

            “Aldilà della buona volontà della Direzione, il carcere di Massama non sembra nato sotto una buona stella. Nonostante il costo di 40 milioni di euro, subito dopo l’inaugurazione è stato necessario smantellare buona parte della pavimentazione in diversi corpi del complesso per provvedere alla mancata impermeabilizzazione, poi sono iniziati i disagi e la moltiplicazione delle lamentele. E’ forse opportuno che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – conclude la presidente di SDR – smetta di inviare nuovi ospiti e provveda a garantire i diritti dei cittadini privati della libertà”.

 

Cagliari, 29 maggio 2014

 

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