CARCERI: NUOVA BEFFA PER DETENUTO SARDO MARIO TRUDU
“Nuova beffa del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria nei confronti di Mario Trudu, l’ergastolano di Arzana in stato di detenzione dal 1979. All’ennesima domanda di trasferimento del cittadino privato della libertà per lasciare Spoleto e continuare a scontare la pena in un Istituto della Sardegna, il DAP ha risposto traducendolo a San Gimignano (Siena) (N.B. – Non Sollicciano – Firenze). Una decisione assurda che nega ancora una volta il diritto alla territorialità della pena e a un’umana espiazione”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando come “un sistema inadeguato sia in grado di annientare i principi fondamentali a cui si ispirano le leggi dello Stato”.
“E’ opportuno ricordare insieme alla lunga detenzione di Trudu e alla sua età, che il Dipartimento continua a ignorare – osserva Caligaris – la reale attuale condizione del detenuto. Lo stato di salute, l’impossibilità di poter svolgere colloqui con i familiari, l’infondatezza di qualunque ipotesi su collegamenti con la criminalità organizzata locale. Trudu insomma sembra destinato a subire una forma di tortura in nome di una sorta di vendetta non prevista da alcuna legge e pertanto ingiustificabile”.
“Risulta poi del tutto incomprensibile il mancato trasferimento in Sardegna considerando inoltre che nell’isola – rileva ancora la presidente di SDR – sono state inaugurate due strutture penitenziarie a Oristano-Massama e a Tempio-Nuchis con sezioni specifiche per l’Alta Sicurezza dove sono stati trasferiti decine di detenuti siciliani, calabresi, campani provenienti dalle strutture della Penisola considerati pericolosi”.
“Il DAP insomma sembra voler dimostrare con tutti i mezzi possibili che per quanto riguarda i trasferimenti di Mario Trudu non utilizza un’umana condivisa logica ma si affida al gioco delle caselle vuote da riempire. In questo caso ha trovato un letto libero a Sollicciano e non l’ha voluto lasciare inutilizzato. Che ciò sia in linea con quanto prevede l’ordinamento penitenziario, l’articolo 27 della Costituzione e perfino un recente dispositivo del Tribunale di Sorveglianza di Perugia è tutto da dimostrare ma intanto per l’ergastolano sardo e i suoi familiari – conclude Caligaris – una nuova amara delusione”.
Cagliari, 9 maggio 2014
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