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CARCERI: ULTIMO FINE ANNO PER BUONCAMMINO CON NEONATE IN CELLA

31 dicembre 2013 Nessun Commento

Il 2014 inizierà a Buoncammino purtroppo con due neonate dietro le sbarre. Sono infatti ancora rinchiuse nella Casa Circondariale di Cagliari S. e V. di 30 e 32 giorni di vita, giunte la sera di Natale. Le piccole condividono la limitazione della libertà insieme alle due giovani mamme di 24 e 31 anni processate per direttissima per tentato furto e condannate a due anni e due mesi. La presenza delle piccole, monitorate costantemente dai Medici e dalle Agenti della Polizia Penitenziaria, è vissuta con particolare apprensione. La tenerissima età in un ambiente difficile anche per persone adulte, richiama ancora una volta l’urgenza di disporre in Sardegna di un Istituto a custodia attenuata per madri detenute. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, delineando luci ed ombre sulla situazione dell’Istituto Penitenziario nell’ultimo giorno del 2013.

L’anno si conclude purtroppo con problemi di sovraffollamento nell’Istituto cagliaritano, in particolare nel Centro Clinico dove a fronte di 30 posti si trovano una quarantina di ricoverati. Grazie alla Magistratura di Sorveglianza e all’Area educativa dell’Istituto sono stati concessi 70 permessi per le Festività, ma nella Casa Circondariale si trovano oltre 380 reclusi (18 donne) contro i 345 posti regolamentari. La riduzione delle presenze è dovuta in parte all’apertura di Sassari-Bancali dove sono stati trasferiti una trentina di detenuti le cui famiglie sono residenti nel Sassarese,e cittadini extra comunitari. Le principali novità dell’anno hanno riguardato l’inaugurazione delle nuove carceri di Tempio, Sassari e Oristano.

L’attività dell’associazione – sottolinea Caligaris – ha permesso di effettuare circa 500 colloqui e di accrescere ulteriormente i numeri dell’archivio con oltre 400 profili di cittadini privati della libertà con i quali sono stati intrattenuti rapporti diretti e/o epistolari e con segnalazioni da parte di familiari anche di detenuti sardi reclusi in Istituti della Penisola. L’impegno profuso tuttavia non è bastato a colmare la solitudine e a risolvere i problemi di numerose persone che, lontane dai parenti o abbandonate, non effettuano colloqui e sono prive di sostegno finanziario.

Anche il 2013 – ricorda Caligaris che ha effettuato con il segretario Gianni Massa diversi sopralluoghi nella nuova struttura – è trascorso inutilmente per quanto riguarda la consegna del Villaggio Penitenziario in fase di realizzazione nel territorio di Uta, nonostante la custodia degli edifici a ottobre sia stata trasferita dal Ministero delle Infrastrutture a quello della Giustizia. Quest’anno si sono acuiti i conflitti di carattere sindacale per il mancato regolare pagamento dei salari ai lavoratori da parte dell’impresa “Opere Pubbliche”. Sfumate le ipotesi di apertura di ottobre e di dicembre, la prossima tappa indicata è quella di gennaio ma si pensa già a un altro rinvio per l’inaugurazione a metà marzo. Per avere certezze tuttavia occorrerà rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono di portare a termine la Casa Circondariale che ospiterà 650 detenuti, 90 dei quali in regime duro.

Nel frattempo è aumentato il numero degli Agenti di Polizia Penitenziaria che, in una realtà complessa, come quella del Villaggio di Uta dovranno svolgere –  evidenzia la presidente di SdR – un irrinunciabile ruolo di mediazione e favorire quel dialogo in grado di ridurre il rischio di atti di autolesionismo e reazioni inconsulte. L’ampiezza delle strutture e l’estensione delle aree tuttavia richiedono una quotidiana numerosa presenza di Donne e Uomini del Corpo della Polizia Penitenziaria.

L’aspetto ancora dolente – conclude Caligaris – è quello della Sanità Penitenziaria. Nonostante il passaggio all’Azienda Sanitaria Locale n. 8 si è registrata, durante l’anno, una notevole difficoltà a garantire un livello di assistenza accettabile e i detenuti per diverse settimane sono rimasti privi di figure professionali indispensabili come il chirurgo, l’oculista, il fisioterapista, il dentista, l’otorino e il cardiologo. E’ peraltro non ancora pienamente risolto il problema degli operatori socio-assistenziali (OSS) incaricati di accudire i detenuti con particolari disabilità o costretti a muoversi con la sedia a rotelle in occasione delle visite e/o dei ricoveri in ospedale o per recarsi in Tribunali per le udienze.

Un resoconto puntuale dell’attività del sodalizio verrà effettuato nel corso dell’Assemblea annuale che si terrà sabato 8 febbraio 2014 a Cagliari.

Cagliari, 31 dicembre 2013

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