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CARCERI: DETENUTI 2 BRACCI MASSAMA “CI NEGANO APERTURA CELLE”

23 dicembre 2013 Nessun Commento

            “I detenuti del secondo e terzo piano, della sezione A, della Casa Circondariale di Oristano-Massama, non fruiscono dell’apertura delle celle disposta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con apposita circolare”. Lo affermano in una lettera inviata all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, 60 cittadini privati della libertà lamentando un atteggiamento discriminatorio nei loro confronti. “Nei due bracci della sezione B invece – è precisato nella missiva – l’apertura delle celle, così come avviene in tante strutture penitenziarie italiane, è garantita”. “Non è la prima volta che l’associazione – precisa Maria Grazia Caligaris, presidente di SdR – riceve segnalazioni relativamente alla gestione dei tempi e degli spazi per la socialità nel nuovo carcere oristanese. Stavolta però non si tratta di qualche detenuto o di qualche suo familiare, ma di un disagio condiviso da un consistente gruppo di persone che non può essere taciuto. L’apertura delle celle otto ore al giorno, secondo la volontà del Ministro Anna Maria Cancellieri fatta propria dal Dipartimento, ha lo scopo di ridurre la condizione afflittiva della pena e favorire la rieducazione. Non si comprende quindi perché non possa essere applicata a entrambe le sezioni. La vita all’interno delle strutture penitenziarie si regge quasi sempre su un equilibrio particolarmente instabile su cui ha un ruolo molto importante la coerenza nella gestione dei diritti. Quelli relativi alla socialità e all’accesso al lavoro sono particolarmente sentiti e valutati dai ristretti in quanto la loro esistenza è incentrata su un numero irrisorio di attività”. “L’auspicio è che la Direzione del Casa Circondariale, sempre attenta nella valutazione delle situazioni delicate, possa intervenire repentinamente per verificare e risolvere la questione. In queste giornate che precedono il Natale, dove la mancanza di rapporti affettivi rende la carcerazione ancora più dura, una revisione delle limitazioni e una maggiore fiducia verso i cittadini privati della libertà dei due bracci della sezione A potrebbe – conclude Caligaris – rendere meno amara la permanenza dietro le sbarre”.

Cagliari, 20 dicembre 2013

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