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CARCERI: ANCORA NO A TRASFERIMENTO IN SARDEGNA DI MARIO TRUDU

21 ottobre 2013 Nessun Commento

            “Ancora un secco inappellabile rifiuto da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria al trasferimento in una struttura penitenziaria dell’isola di Mario Trudu. Un accanimento immotivato considerando che il Tribunale di Sorveglianza di Perugia aveva sottolineato in un’ordinanza che  “la territorialità della pena sancita dalla legge sull’ordinamento penitenziario è un principio inderogabile”, invitando peraltro la Direzione Generale Detenuti e Trattamento ad “adottare ogni provvedimento amministrativo necessario a tutelare l’esigenza di regolare svolgimento di colloqui con i propri familiari rappresentata da Mario Trudu”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, evidenziando che “il DAP omette dal considerare che, oltre a Bad’e Carros, in Sardegna sono state inaugurate nuove strutture penitenziarie in grado di accogliere l’ergastolano di Arzana, in carcere dal 1979”.

            “E’ assurdo inoltre – sottolinea Caligaris – che il Dipartimento non abbia tenuto in alcuna considerazione le osservazioni con cui il legale avv. Pierandrea Setzu ha sostenuto l’infondatezza di qualunque ipotesi di collegamento di Trudu con la realtà di provenienza non solo per l’età e la lunghissima detenzione vissuta fuori dall’isola ma anche per l’impossibilità di avere contatti con le persone conosciute prima dell’arresto. Si ha quindi l’impressione che nei confronti dell’ergastolano sardo non valgano né i principi umanitari né quelli giurisprudenziali”.

            “Negare la vicinanza ai propri familiari, impossibilitati per motivi economici e di salute ad affrontare un lungo viaggio per raggiungerlo a Spoleto, significa – conclude la presidente di SdR – non rispettare l’art. 27 della Costituzione e trasformare la pena detentiva in una forma di tortura psicologica ingiustificabile”.

 Cagliari, 17 ottobre 2013

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