UN MONDO VITTIMA DI UN ESERCIZIO MALATO DELLA RAGIONE un contributo di Maurizio Ciotola
un infante non riuscirebbe ad immaginare la complessa malvagità operata dall’uomo adulto che, nell’esercizio apparentemente convulso del proprio esistere, sta sbranando il Pianeta, in un cannibalismo di cui non vuole prendere consapevolezza per porvi rimedio.
la nostra è divenuta sempre più una società pensante che, isolando i propri componenti ha partorito le peggiori atrocità, generate dagli odi sviluppati attraverso l’esercizio malato della ragione ed espletati dall’istinto, questo, avulso alle responsabilità e refrattario alla consapevolezza.
oggi questa grande macchina sociale, questo organismo reso organico, che si rigenera senza controllo, almeno per la maggior parte di esso, è divenuto ingovernabile anche per coloro, che avevano gettato le fondamenta del suo esistere ed imbastito l’ordito principale.
nata come una macchina governabile attraverso precise regole della fisica e della chimica, cui l’ingegneria riesce a dare concretezza tecnica, identicamente questo grande organismo socio economico, attraverso il quale sono costretti milioni di individui, forma e premia gli “ingegneri” del sistema, garantendo loro il successo, esclusivamente quando la loro <<creatività>> è finalizzata alla crescita del sistema stesso.
la garanzia del successo, quanto quella della sopravvivenza, legata alla remunerazione economica, vincolano e legano milioni di soggetti, che adottano il concetto di libertà o di libero arbitrio, fornitogli ad hoc dagli organismi preposti alla formazione, non più all’insegnamento.
il capitalismo ha potuto produrre un mostro, perché generato e custodito da individui, il cui isolamento sociale è quasi totale.
il socialismo reale, il comunismo, hanno fallito perché azzerando l’individualismo, hanno cercato di impiantare in modo artificioso, quanto maldestro, un concetto di unione ed egualitarismo specularmente capovolto, rispetto a quella disunione ed iniquità, che costituiscono i capisaldi del sistema capitalista e verso cui, mascheratamente e diversamente, tendevano.
obiettivi identici verso cui si è puntato seguendo percorsi diversi: nel sistema capitalista la prevaricazione dell’uomo sull’uomo è libera, in quello comunista organizzata; ma in entrambi casi le regole di inclusione sono identiche e chi le applica, perseguendo l’obiettivo, usufruisce delle “garanzie” quanto dei premi, mentre coloro che le mettono in discussione sono fuori, out, degli esclusi o dei pazzi.
gli uomini che hanno reso espliciti i fini reali di queste due organizzazioni, hanno lottato dando vita a movimenti pacifici di grande entità, determinando un eco mondiale, capace nel tempo di minarne le basi; per questo sono stati eliminati, banditi, oppure attraverso la potente macchina informativa e mediatica, trasformati in icone inimitabili e irraggiungibili, sovrumane, da osservare, ma non da emulare.
oggi quel vincolo, sociale e culturale prima ancora che economico, attraverso il quale puoi esser “in” e non “out”, agisce da collante per un esercito di individui isolati, in questa società che, nell’ignavia garantiscono il funzionamento del sistema-macchina, dalla quale saranno comunque triturati, come tanti, come tutti gli altri dediti alla ricerca del successo, piuttosto che del valore della propria vita.
maurizio ciotola
cagliari, 6 settembre 2013
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