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CARCERI: DETENUTO NUORESE A POGGIOREALE CHIEDE SCONTARE PENA IN SARDEGNA

18 settembre 2013 Nessun Commento

            “In 19 mesi che mi trovo in questo Istituto ho svolto pochissimi colloqui con la famiglia e la mia giovane moglie. Dal 16 maggio scorso non vedo più nessuno e non so quando riuscirò a fare un colloquio perché oltre alle spese, il viaggio comporta un grande sacrificio per la mia famiglia. Sono infatti necessari due giorni e occorre affrontare le lunghe file all’esterno del carcere”. Lo ha scritto, in una lettera inviata all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, G. C., 25 anni, di Onanì (Nuoro), arrestato nell’agosto di due anni orsono e attualmente detenuto nella Casa Circondariale di Poggioreale a Napoli. Il giovane, ristretto in una cella sovraffollata, intende proseguire gli studi in Sardegna.

Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – afferma Maria Grazia Caligaris, presidente di SdR – sembra ignorare che in Sardegna sono diventati agibili Istituti Penitenziari che possono ospitare, anche  nel rispetto del principio della regionalizzazione della pena, i cittadini sardi privati della libertà che vogliono poter scontare la carcerazione nell’isola. Opera invece in modo irragionevole aggiungendo doppie o triple punizioni impedendo il recupero sociale del detenuto, negando il diritto all’istruzione e gravando economicamente sulle famiglie. La permanenza in celle sovraffollate rischia inoltre di avere conseguenze imprevedibili sulla psiche individuale”.

            “Tra i tanti problemi che sono costretto a subire in questo carcere – sottolinea nella missiva G. C. – è quello di non avere nessuna attività di reinserimento e quindi dover trascorrere 22 ore in una cella superaffollata con 11 persone, cosa che per me, che non effettuo colloqui, è del tutto insopportabile. Mancano le scuole e nonostante le mie reiterate richieste inoltrate al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per chiedere di essere spostato in un carcere dove si possa studiare non ho mai ricevuto risposta. Lo scorso 17 maggio la Corte d’Assise di Napoli mi ha assolto dall’accusa di sequestro di persona, reato per il quale ero sottoposto al regime di Alta Sicurezza, sono stato declassificato e quindi ora posso espiare la condanna nelle sezioni dei detenuti comuni dove la situazione è anche peggiore. Vorrei però poter tornare in Sardegna per stare vicino alla mia famiglia. Ma se ciò non è possibile vorrei essere almeno trasferito in un altro carcere della Penisola dove ci sia la possibilità di seguire un corso scolastico per far diventare questa detenzione da una mera tortura a qualcosa di positivo che un domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani possa servire quando uscirò dal carcere”.

            “Nel frattempo, almeno per poter vedere qualche ora la mia famiglia, ho inoltrato – conclude il giovane detenuto – un’istanza per avvicinamento colloqui. Nutro qualche speranza che venga finalmente accolta ma ho anche molti dubbi”.

Cagliari, 16 settembre 2013

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