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CARCERI: IGLESIAS ESCLUSO DA PROGRAMMA RECUPERO SEX OFFENDER

26 agosto 2013 Nessun Commento

            “La Casa Circondariale di Iglesias, che ospita in Sardegna la maggior parte dei sex offenders, è stata esclusa da un programma sperimentale per l’abbattimento della recidiva dei reati sessuali. Una discriminazione che comporta pesanti negativi risvolti non solo sociali ma anche occupazionali e professionali”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che il programma “SOFT” (acronimo inglese per trattamento completo per i responsabili di reati sessuali) coinvolgerà 400 detenuti di Rebibbia, Cassino, San Vittore, Opera, Bollate, Pesaro, Secondigliano e Poggioreale.

            “Anche nella nostra isola i reati sessuali su donne e minori – sottolinea Caligaris – hanno una certa incidenza e i responsabili sono attualmente privati della libertà prevalentemente a Iglesias, una delle strutture penitenziarie che il Ministero peraltro intende chiudere, e a Lanusei. Un sistema rieducativo ridotto all’osso e operatori carcerari sovraccarichi di lavoro non possono certo affrontare le diverse sfaccettature della violenza che necessita di interventi terapeutici specifici. Senza un’assunzione di responsabilità da parte dell’istituzione detentiva, con l’impiego di figure professionali specializzate, il rischio di recidiva rimane alto. Tornato in libertà, benché abbia scontato una pena pesante, il violentatore spesso ripete il reato. Rendere le pene più severe senza un’attività di prevenzione sociale è inutile. Così come diventa assurdo attivare il sistema di protezione delle vittime e favorire l’emersione della violenza domestica da parte delle donne”.  

Il programma, che si avvarrà di fondi europei, prevede infatti il coinvolgimento in équipe di criminologi, psicologi e psichiatri. La novità consiste nel fatto che per avere successo il detenuto sarà seguito non solo durante il periodo di restrizione ma anche dopo avere scontato la pena. Il progetto, che esclude l’uso di psicofarmaci, è stato messo a punto per ridurre la recidiva dal 17,3% al 3,2%”.

            “Il fatto che siano stati del tutto ignorati i detenuti della Sardegna – conclude la presidente di SdR – fa nascere il sospetto che l’isola, chiamata a ospitare i cittadini privati della libertà con il regime più duro, a subire una servitù penitenziaria importante con le Colonie Penali, sia presa in considerazione dal Ministero solo quando ha necessità di risolvere qualche problema. Un’occasione mancata di equità che peserà ancora una volta sul destino dei sardi”.

 Cagliari, 22 agosto 2013

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