CARCERI: A BUONCAMMINO TRE GIOVANI DONNE ROM INCINTE
“Tre giovani donne, di etnia Rom, in avanzato stato di gravidanza, sono ristrette nel carcere di Buoncammino. Una situazione inaccettabile e preoccupante per tutti”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’Associazione Socialismo Diritti e Riforme, ricordando che in base alla legge “solo esigenze cautelari di eccezionale rilevanza” possono giustificare la carcerazione per gestanti e mamme con neonati. Devono però anche sussistere condizioni oggettive per salvaguardare la loro vita e quella del nascituro considerando che tutte hanno superato il quinto mese di gravidanza”.
“La struttura di Buoncammino – sottolinea Caligaris – non può essere assimilata a quella di un Istituto a custodia attenuata e neppure a un carcere femminile. Le donne vivono in ambienti molto angusti e dispongono soltanto di un piccolo assolato cortile in cemento per le ore d’aria. Complessivamente si trovano della sezione 16 detenute ma le condizioni igieniche e la dieta non sono adeguate al periodo di attesa. La presenza delle tre giovani donne in stato di gravidanza preoccupa le Agenti della Polizia Penitenziaria e i Medici, nonostante la visita ginecologica non abbia per ora segnalato gravi rischi.
“La reclusione delle giovani donne ripropone il problema di disporre di una casa protetta a custodia attenuata. Il Ministro Cancellieri ha annunciato un impegno in tal senso per evitare che i bimbi subiscano la detenzione ma in Sardegna – conclude la presidente di SdR – donne incinte e bambini in tenerissima età continuano ad entrare e a vivere nelle strutture penitenziarie”.
Cagliari, 24 luglio 2013
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