CARCERI: PROVVEDITORE SARDEGNA GIOCA CON NUMERI MA NON CONVINCE
“Il Provveditore regionale della Sardegna è bravissimo a giocare con i numeri, ma non può far finta di niente quando a Buoncammino ci sono oltre 100 detenuti in più della capienza regolamentare. Così facendo si rischia di tacere sui problemi di una popolazione reclusa costretta in condizioni disumane. Le carceri sarde, insomma, non sono un’eccezione. Rientrano nella norma del disastro detentivo italiano”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, invitando il Provveditore Gianfranco De Gesu “a verificare e indicare Istituto per Istituto la consistenza numerica di detenuti e Agenti”.
“Le informazioni fornite dal Provveditore – osserva Caligaris – descrivono una realtà non oggettiva. La verità è dentro le celle dove sono ristrette anche 6 persone costrette a convivere in spazi angusti e a condividere letti a castello. Luoghi dove le pareti interne grondano umidità. Chiunque può verificare la fondatezza delle nostre affermazioni perché attualmente rispetto a una capienza regolamentare di 345 detenuti a Buoncammino ce ne sono 480. Sono diminuiti rispetto ai 530 di qualche mese fa, ma bisogna ricordare che è stata inaugurata nel frattempo a Massama (Oristano) una struttura per 250 persone private della libertà. Per quanto riguarda gli Agenti poi occorrerebbe verificare quanti sono andati in pensione e quanti sono effettivamente in servizio nelle singole strutture. Quando infine un Direttore deve seguire di norma non meno di due Istituti, allora vuol dire che non va tutto bene”.
“Non si può neppure ignorare la situazione di San Sebastiano dove le condizioni di vita a tutt’oggi sono incivili. Certo il Provveditore guarda agli aspetti macroscopici, ma chi vive all’interno di un Istituto Penitenziario, specialmente quando è afflitto da infermità, vede la differenza tra scontare una pena inflittagli da un Tribunale e quella subita invece dentro una struttura rieducativa dello Stato. Quale rieducazione viene offerta a un tossicodipendente o a una persona di oltre 70 anni costretto sulla sedia a rotelle? Il compito del Provveditore è diverso da quello dei volontari che sistematicamente incontrano persone detenute però – conclude Caligaris – giocare con i numeri non giova a nessuno”.
Cagliari, 10 aprile 2013
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