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CARCERI: IN CENTRO CLINICO BUONCAMMINO DETENUTO AD ALTO RISCHIO VITA

17 aprile 2013 Nessun Commento

              “Un detenuto di 56 anni, originario di Codrongianus (Sassari), affetto da un grave disturbo respiratorio, è stato trasferito dalla Casa Circondariale di Nuoro, dove stava scontando la pena dell’ergastolo, a Cagliari e si trova attualmente ricoverato nel Centro Clinico di Buoncammino. L’uomo è affetto da emosiderosi polmonare, una patologia rara che comporta un’insufficienza respiratoria cronica degenerativa con necessità di una terapia costante e continua con ossigeno e con un alto rischio di ischemia cerebrale. Una condizione incompatibile con lo stato detentivo anche se la struttura cagliaritana è dotata di Centro Clinico. Manca infatti l’ossigenoterapia”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” avendo ricevuto alcune segnalazioni dai familiari preoccupati per le condizioni di salute del loro congiunto.

            A.G., in carcere dal 2009, ha visto progredire costantemente la patologia originata nel 1992 da un’intossicazione da vapori di zinco che ne aveva determinato un ricovero urgente per una crisi respiratoria acuta nell’ospedale di Sassari. A diagnosticare l’emosiderosi polmonare era stato nel 2005 il pneumologo Carlo Grassi della Clinica Pneumologica dell’Università di Pavia che aveva individuato la malattia indicando le diverse tappe di ineludibile aggravamento.

            Due successive perizie hanno evidenziato l’impossibilità per l’uomo di continuare a scontare la pena in carcere senza opportuni sussidi terapeutici. E’ stata quindi suggerita la detenzione domiciliare in modo che i familiari possano garantire oltre all’assistenza quotidiana costante anche una pronta emergenza in caso di crisi

“L’emottisi o perdita di sangue nell’albero bronchiale – ha scritto tra l’altro nella recente perizia medico-legale Roberto Atzeni – rappresenta l’evento anatomopatologico più importante e grave della patologia, per il quale deve essere garantita una efficace e pronta emergenza”. Il medico ritiene inoltre indispensabile l’ossigenoterapia costante nell’intera giornata con interruzioni solo per cibarsi e per le funzioni biologiche così come paventa la possibilità di ischemia cerebrale o miocardica che richiedono interventi tempestivi”.

La successiva perizia del dott. Vindice Mingioni, Direttore del Dipartimento di Anatomia Patologica dell’Ospedale San Francesco di Nuoro, per il Tribunale del Riesame di Sassari aveva confermato l’indispensabile presenza dell’ossigenoterapia per la sopravvivenza del detenuto.

“E’ evidente che la struttura del CDT di Buoncammino – sottolinea la presidente di SdR – non è in grado di assicurare né l’ossigenoterapia continua né una cella singola con dispositivi idonei e neppure un immediato trasferimento in ospedale nell’eventualità di una crisi per evidenti limiti strutturali. Non si può considerare un centro diagnostico come un ospedale o una clinica e non può neppure essere un luogo di cura per malati cronici. La pena detentiva, benché pesante come l’ergastolo, non comprende inoltre la cessazione del diritto alla salute che invece sempre più spesso, ingiustamente, viene negato ai cittadini privati della libertà”.

 Cagliari, 8 aprile 2013

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