“Tradire le aspettative sulla doppia preferenza di genere nella legge elettorale al vaglio dell’Assemblea sarda significherebbe mortificare la democrazia, deludere ancora una volta l’elettorato femminile e invitare i cittadini a negare il sostegno ai Partiti”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, ex consigliera regionale socialista e presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando la necessità che “la legge elettorale statutaria della Sardegna recepisca la facoltà per gli elettori di esprimere i nomi di due candidati di diverso genere qualora intendano indicare due preferenze”.

“Non si tratta – ha aggiunto Caligaris – di limitare o condizionare la volontà dell’elettore imponendogli l’espressione di un suffragio che favorisca uno dei due sessi, ma di ampliare le sue possibilità. Significa quindi che si può continuare ad esercitare un solo voto oppure scegliere di esprimerne due. Solo in quest’ultimo caso i candidati dovranno essere di genere differente”.

“Da martedì, quindi, quando l’Aula affronterà l’esame della normativa elettorale, gli eletti in Consiglio dovranno agire con chiarezza in termini di rappresentanza democratica e civile. C’è il rischio altrimenti di vedere naufragare, ancora una volta, l’idea che esista un rapporto di continuità tra le Istituzioni e i cittadini. Le primarie del centrosinistra hanno dimostrato ampiamente che le donne sono una risorsa, ma ancora di più le elezioni politiche dove la componente femminile – conclude la presidente di SdR – è stata trainante nel trasformare un movimento di opinione in una forza politica con cui fare i conti. Due segnali che i Partiti rappresentati in Consiglio regionale non possono più ignorare”.

Cagliari, 1 marzo 2013