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DETENUTO CON TUMORE TRASFERITO DA CENTRO CLINICO BUONCAMMINO A NUCHIS

24 marzo 2013 Nessun Commento

“Disperazione, amarezza, incredulità, rassegnazione” sono i sentimenti espressi dal detenuto G.O., 50 anni, di Bovegno (Brescia), in una lettera all’Associazione “Socialismo Diritti Riforme”, dopo essere stato trasferito dal Centro Clinico della Casa Circondariale di Cagliari nel nuovo carcere di Nuchis in provincia di Olbia Tempio. L’uomo, affetto da tumore con sospetto di secondarismi a livello polmonare e linfonodale ilare, aveva chiesto di essere avvicinato alla figlia, residente a Brescia, anch’essa in trattamento di chemioterapia, per poter effettuare qualche colloquio anche con i figli più piccoli.

“Un atto di intollerabile cinismo – afferma Maria Grazia Caligaris, presidente di SdR – nei confronti di una persona che sta pagando il suo debito con la società pesantemente. G.O. è padre anche di due bambini che non vede dal 2011 e recentemente è stato colpito da un grave lutto essendogli morto il padre. E’infatti davvero singolare che venga trasferito d’ufficio in un Istituto non dotato di Centro Clinico e distante da servizi medici oncologici di un Ospedale, un cittadino privato della libertà che ha come unico punto di riferimento in Sardegna l’anziana madre, residente in un centro del Medio Campidano”.

“C’è da ritenere – sottolinea la presidente di SdR – che si sia trattato di un errore o di un provvedimento assunto per ovviare a gravi problemi dell’Istituto cagliaritano altrimenti si avrebbe l’idea che un detenuto ammalato gravemente e con una prospettiva di qualità della vita molto ridotta stia subendo una pena non prevista dal giudice. L’auspicio è che si possa rimediare con urgenza alla scelta e venga ripristinata una condizione più umana. Non c’è ragione di isolare una persona, peraltro quasi del tutto abbandonata a se stessa, impedendole con la distanza di poter avere l’affetto dei figli. Appare poi crudele – conclude Caligaris – davanti a una richiesta esplicita di poter avere qualche momento di affetto dalla figlia malata, negargli anche la possibilità di incontrare la madre”.

Cagliari, 21 marzo 2013

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