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CARCERI: SPRECO ENERGIE CONTA NOTTURNA BUONCAMMINO

14 marzo 2013 Nessun Commento

         “Un ordine di servizio che impone, nell’Istituto cagliaritano, una conta numerica notturna, alle 3 del mattino, sembra un inutile dispendio di energie in una Casa Circondariale sovraffollata, dov’è presente un Centro Clinico con una trentina di ammalati e anziani, tra cui diverse persone con gravi disturbi psichici. Occorre poi considerare che più di un terzo dei detenuti ( oltre 200) sono tossicodipendenti”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che il provvedimento è stato assunto per riaffermare il principio della massima sicurezza negli Istituti Penitenziari.

         “Sorprende – afferma Caligaris – che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria possa ritenere di risolvere il problema della sicurezza con irruzioni notturne dentro le celle nel cuore della notte, senza considerare invece che l’Istituto conta oltre 540 detenuti anziché 345, secondo quanto stabilisce la capienza regolamentare, e che non è stato ancora colmato il deficit di circa 60 Agenti di Polizia Penitenziaria. Sembra inoltre che si voglia ignorare che dalla Casa Circondariale è quasi impossibile evadere”.

         “Attuare un’iniziativa di questa portata – sottolinea la presidente di SdR – rischia di esasperare gli animi dei reclusi, che sono costretti a condividere uno spazio ridottissimo anche in 6 persone. Potrebbe infatti suscitare reazioni finora scongiurate grazie ad un clima, salvo qualche eccezione, improntato al dialogo e alla responsabilità dei detenuti nonché incentrato sulla professionalità degli operatori”.     

         “La conta numerica peraltro avviene in diverse momenti del giorno, come al mattino alle 6, e della sera e contempla spesso anche delle perquisizioni nelle celle e/o individuali. Un tale controllo sistematico, nel cuore della notte, sarebbe inoltre impossibile senza un rafforzamento dell’organico altrimenti si verificherebbe un’esposizione a rischio degli Agenti nel servizio notturno quando sono presenti soltanto 11 operatori per altrettante sezioni ciascuna delle quali è strutturata in più celle con letti che arrivano ai soffitti. Il Dipartimento – conclude Caligaris – dovrebbe impegnarsi a favorire la territorialità della pena e ad attivare tutte quelle iniziative utili a ridurre il numero di detenuti, anziché continuare ad ammucchiarli e pretendere di fare nozze con i fichi secchi”.

Cagliari, 11 marzo 2013

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