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INPS IMPONE RESTITUZIONE 53 MILA EURO A PENSIONATO CAGLIARITANO: ATTO ILLEGITTIMO

26 gennaio 2013 Nessun Commento

                “Incredibile disavventura per un pensionato cagliaritano che, da un giorno all’altro, a tre anni dalla quiescenza, si è visto ridurre la pensione di oltre il 50%. L’uomo, che con la moglie è passato nel lungo elenco dei nuovi poveri, vive una profonda condizione di disagio per un atto irragionevole e illegittimo dell’INPS che lede diritti costituzionali”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che “le improvvise mutate condizioni socio-economiche del pensionato sono dovute a un calcolo retributivo, utile per far quadrare i conti all’INPS ma lesivo di diritti acquisiti”.

            “A.F. dopo 36 anni e 5 mesi di contributi regolarmente versati – precisa Caligaris – è andato in quiescenza fruendo del sistema retributivo che gli garantiva circa 2.400 euro lordi di pensione al mese. Nel 2011, in seguito alla domanda di ricongiunzione di contributi scuola inoltrata da A.F., l’Inpdap li ha trasferiti all’Inps. L’Istituto ha rivisto la posizione e ha ricalcolato al ribasso la pensione riducendola alla metà (1200 euro lordi). Ma ciò non è bastato. Con una lettera l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha quindi informato il malcapitato che gli avrebbe decurtato un ulteriore quinto per recuperare 53 mila euro erogati, a suo dire, impropriamente”.

            Secondo l’Istituto, dunque il pensionato avrebbe “indebitamente percepito” la pensione maggiorata e ora dovrà restituire quanto gli è stato assegnato dal luglio 2009 al 30 novembre 2012. L’uomo, dopo un primo momento di comprensibile sbigottimento, ha presentato un  ricorso di cui attende l’esito. Nel frattempo però la sua vita è radicalmente cambiata e non riesce a capacitarsi. “Sto vivendo un incubo – ha scritto all’associazione SdR – che mi ha tolto la serenità e mi costringe in uno stato depressivo. L’auspicio è che prevalga il buon senso e si riconsideri la situazione per quella che oggettivamente è”.

            “Aldilà delle valutazioni che sono al centro della contestazione – conclude Caligaris – un aspetto suscita perplessità. L’Istituto non rispetta le circolari che ha diffuso, in più occasioni, con specifico riferimento al calcolo della pensione. Si tratta dell’applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale del 1994 che riconosce il diritto ai lavoratori a una pensione dignitosa escludendo dal calcolo i periodi a più basso reddito”.

Cagliari, 24 gennaio 2013

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