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CARCERI: ERGASTOLANO SCU BAD’E CARROS “SONO STATO DEPORTATO”

8 novembre 2012 Nessun Commento

             “Bad’e Carros, bisogna dirlo, è oggi un carcere proiettato a dare concreta attuazione al  principio rieducativo e non a quello repressivo/vendicativo, e la Direzione è sempre aperta alla creazione di progetti, corsi culturali, laboratori artigianali, sebbene siano necessari finanziamenti per dare concreta attuazione al principio rieducativo. Per contro il personale di Polizia penitenziaria è in una condizione di abbandono e sotto organico di decine di unità”. Lo ha scritto in una lettera all’associazione “Socialismo Diritti Riforme” l’ergastolano Marcello Dell’Anna, 45 anni, ex esponente di spicco della Sacra Corona Unita, recentemente laureatosi in Giurisprudenza, con riferimento alla visita effettuata lunedì 22 ottobre al carcere di Nuoro dalla Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani.

“Chi dispone di un diritto ispettivo – sottolinea Dell’Anna – lo eserciti appieno. Nell’occasione della visita ho avuto modo di parlare con alcuni Senatori anche se parlare a dietro delle sbarre non ha nulla di “diritto umano”. Ho voluto sollevare il problema della territorialità della pena, nonché il diritto di espiare la pena dell’ergastolo in celle singole e non multiple, atteso che uno deve starci per tutta la vita. Sono stato per 20 anni ristretto in cella singola perché ritenuto pericoloso ma credo che non lo si possa essere a convenienza dal momento che oggi per esigenze di struttura dell’Istituto di Nuoro vengo allocato in cella multipla con altre persone con conseguenze psicologiche ben immaginabili. Delle due l’una: o sono pericoloso e non lo sono più. Mi ha fatto sorridere uno dei Senatori che mi ha sussurrato andando via “…ha ragione. Molto spesso anch’io voglio stare da solo a casa perché non sopporto nemmeno mia moglie”.

“Il Capo del Dipartimento dovrebbe comprendere – afferma ancora Dell’Anna – che non si può espiare una condanna a morte in una cella multipla condivisa con altri ergastolani e lontani dalla propria famiglia  senza effettuare i colloqui per la notevole distanza. Sono stato “deportato” in Sardegna perché ho avuto il coraggio e la volontà di prendere le distanze dal mondo criminale recidendo ogni rapporto col passato. Perché sono stato insignito con diversi encomi, perché ho scritto due libri e ho donato in beneficienza il ricavato, per avere studiato e conseguito la laurea in Giurisprudenza e di avere ottenuto in quella circostanza un permesso di 14 ore senza scorta e rientrato in carcere”.

“La vicenda di Marcello dell’Anna – sottolinea Maria Grazia Caligaris, presidente di SdR – evidenzia i tratti contraddittori di un sistema che assegnando i detenuti nei diversi Istituti secondo criteri spesso orientati a risolvere problemi logistici che per motivazioni che tengano conto delle norme dello Stato. In particolare la presenza di ergastolani in Alta Sicurezza deve essere garantita nelle Case di Reclusione e non nelle Case Circondariali com’è Bad’e Carros. Devono inoltre poter espiare la pena prevalentemente in una cella singola evitando situazioni di incompatibilità. La questione della territorialità della pena è inoltre ancora irrisolta inducendo a ritenere che l’allontanamento dal luogo di origine – conclude Caligaris – sia piuttosto suggerita da atteggiamenti puntivi anziché rieducativi. Una barbarie che provoca conseguenze gravissime sulle famiglie non colpevoli dei reati”.

Cagliari, 2 novembre 2012

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