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CARCERI: NEGATO DIFFERIMENTO PENA. NONNINA 79 ANNI RESTA A BUONCAMMINO

4 luglio 2012 Nessun Commento

            “Non ha ottenuto il differimento della pena in attesa del pronunciamento del Capo dello Stato, a cui il suo legale Stefano Piras ha rivolto domanda di grazia, Stefania Malu, 79 anni, cagliaritana, affetta da numerosi gravi disturbi resta nel carcere di Buoncammino”. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che il Tribunale di Sorveglianza non ha ritenuto di concedere la misura alternativa, nonostante la donna conviva con un figlio totalmente inabile che accudisce e il comportamento rispettoso delle norme durante la detenzione domiciliare di circa due anni. Stefania Malu, è tornata dietro le sbarre perché le sue condizioni di salute sono risultate discrete a una visita di controllo. L’anziana donna deve scontare una  pena residua di circa 4 anni e 2 mesi con sentenza definitiva della Cassazione del giugno 2008. Affetta da cardiopatia ipertensiva e aneurisma dell’aorta, la “nonnina di Buoncammino” aveva fatto registrare due anni orsono anche un inizio di demenza senile nel corso di un accertamento diagnostico nel Reparto di Geriatria nell’ospedale Santissima Trinità.

            “Con i volontari dell’associazione, Stefania Malu  ha manifestato sconcerto e incredulità per la nuova detenzione. Insiste sulla necessità di accudire il figlio di 52 anni non autosufficiente di cui si prendeva cura nella sua casa. Vedere una persona di quasi 80 anni, con un profilo medico diagnostico così delicato, in una struttura detentiva come Buoncammino suscita – sottolinea Caligaris – una certa apprensione. Le sue condizioni sono seguite con solerzia oltre che dai Medici anche dalle Agenti a cui la donna manifesta costantemente insofferenza. La speranza è che il Tribunale di Sorveglianza riveda la decisione assunta ed il  Presidente Giorgio Napolitano in considerazione dell’età avanzata, delle condizioni fisiche e della grave situazione in cui si trova il figlio possa emanare un atto umanitario. Nelle valutazioni potrà avere un peso rilevante anche la distanza nel tempo del reato commesso”.

            “Il caso di Stefania Malu riporta all’attenzione il grave problema dei detenuti anziani all’interno delle strutture carcerarie. Persone spesso con gravissime patologie che potrebbero scontare la pena in strutture alternative se non ai domiciliari. Ciò ridurrebbe notevolmente – conclude la presidente di SDR – il numero dei detenuti nelle carceri e renderebbe meno difficili le condizioni di lavoro degli Agenti di Polizia Penitenziaria e dei Medici. 

Cagliari, 3 luglio 2012

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