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CARCERI: NUOVAMENTE A BUONCAMMINO NONNINA 79 ANNI

8 giugno 2012 Nessun Commento

            Una donna di 79 anni, affetta da numerosi gravi disturbi tra cui cardiopatia ipertensiva, aneurisma dell’aorta addominale, ipercolesterolemia, steatosi epatica e infezione delle vie urinarie, dichiarata incompatibile fin dal 2009, che aveva ottenuto per le condizioni di salute il differimento pena, si trova nuovamente reclusa nel carcere di Buoncammino. Lo denuncia Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che Stefania Malu, cagliaritana, classe 1933, è tornata dietro le sbarre perché le sue condizioni di salute sono risultate discrete a una visita di controllo. La donna, che deve scontare di  pena residua di circa 4 anni e 2 mesi con sentenza definitiva della Cassazione del giugno 2008, aveva fatto registrare anche un inizio di demenza senile nel corso di un accertamento diagnostico nel Reparto di Geriatria nell’ospedale Santissima Trinità.

          “Parlando con i volontari dell’associazione, Stefania Malu, sconcertata, ha manifestato disagio e incredulità per la nuova detenzione e una forte preoccupazione per le condizioni di un figlio di 52 anni non autosufficiente di cui si prendeva cura nella sua casa. E’ assurdo che una persona di quasi 80 anni – sottolinea Caligaris – possa restare in una struttura detentiva come Buoncammino. Nonostante la disponibilità delle Agenti che prestano servizio e la professionalità dei medici, Stefania Malu, vive la permanenza nell’Istituto con insofferenza”.  

Il suo difensore, avv. Stefano Piras, ha immediatamente presentato istanza al Tribunale di Sorveglianza di Cagliari per un differimento pena e ha inoltrato domanda di Grazia al Capo dello Stato convinto che le condizioni fisiche della donna, l’età avanzata, la situazione in cui si trova il figlio e la distanza nel tempo del reato commesso possano permettere al Presidente della Repubblica di emanare un atto umanitario.

            “Il caso della nonnina di Cagliari riporta all’attenzione il grave problema dei detenuti anziani all’interno delle strutture carcerarie. Si tratta per lo più di individui con gravissime patologie dovute principalmente all’età che possono scontare la pena in strutture alternative, come le residenze sanitarie assistite, o ai domiciliari. Ciò ridurrebbe – conclude la presidente di SDR – il numero dei detenuti nelle carceri e renderebbe meno difficili le condizioni di lavoro degli Agenti di Polizia Penitenziaria e dei Medici. 

Cagliari, 7 giugno 2012

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