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CARCERI: DETENUTO IN SCIOPERO FAME E SETE A SASSARI: FINITA PROTESTA GRAZIE E RIPRESA DIALOGO

26 giugno 2012 Nessun Commento

“La sensibilità del Magistrato di Sorveglianza Riccardo De Vito e del Direttore della Casa Circondariale di San Sebastiano Francesco D’Anselmo nonché il buon senso del detenuto Pasquale Concas hanno permesso di chiudere positivamente una vicenda che stava diventando insostenibile e pericolosa. Come sempre il dialogo tra le persone è fondamentale. Nel caso di detenuti è irrinunciabile”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso che Pasquale Concas, 44 anni, di Tortolì, dopo 12 giorni di sciopero della fame e della sete ha interrotto la protesta.

“La condizione di perdita della libertà, specialmente quando il cittadino si trova in stato di detenzione da moltissimi anni, 18 nel caso di Concas, genera uno stato di profonda ansia e di disagio che – sottolinea Caligaris – hanno bisogno del conforto della parola e di una prospettiva che non sia solo negazione. Il colloquio tra il detenuto e il Magistrato e la manifesta disponibilità del Direttore hanno riaperto la speranza di poter rimediare a qualche errore commesso e a concludere il periodo detentivo in modo da poter rafforzare il reinserimento sociale”.

“Durante il colloquio infatti il Magistrato ha avuto modo di illustrare al detenuto l’attuale status senza negare possibilità di accedere a misure meno afflittive. Così come il Direttore ha proposto a Concas di frequentare un corso sulla normativa per la sicurezza sul lavoro indispensabile per poter accedere a qualunque attività. Accogliendo la disponibilità di entrambi il cittadino privato della libertà ha ripreso a bere e a nutrirli”.

“L’auspicio è che la drammatica esperienza maturata in queste due settimane e conclusasi positivamente serva a tutti per comprendere che qualunque decisione, anche la più severa, deve essere mediata e razionalmente giustificata soprattutto quando – conclude la presidente di SDR – si ha davanti una persona che, seppure abbia sbagliato, si trova in una condizione di debolezza e di disperata solitudine”.

La protesta di Pasquale Concas era iniziata l’11 giugno scorso quando gli venne rigettata, in quanto ritenuta inammissibile dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari, la richiesta di semilibertà a un anno di distanza dalla revoca della misura. La decisione di astenersi da acqua e cibo era stata generata da un’interpretazione dell’ordinamento penitenziario che, secondo il Tribunale, impone tre anni per una nuova istanza. Il difensore di Concas, Giuseppe Onorato, aveva però sostenuto sulla base di altre sentenze la possibilità di personalizzare il provvedimento anche perché il detenuto finirà di scontare la pena tra poco più di due anni.

Cagliari, 25 giugno 2012

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