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CARCERE CAGLIARI-UTA: APERTURA PARZIALE NON E’ PRATICABILE. LA PROPOSTA DELLA MINISTRA PAOLA SEVERINO NON RIDURRA’ SOVRAFFOLLAMENTO BUONCAMMINO.

25 maggio 2012 Nessun Commento

 “L’intenzione espressa dalla Ministra Paola Severino di aprire il nuovo carcere di Cagliari-Uta per blocchi non è praticabile e non favorirà quindi la riduzione del sovraffollamento di Buoncammino”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” ricordando che “le strutture penitenziarie, secondo il dettame costituzionale e la legge sull’ordinamento penitenziario devono garantire ai ristretti condizioni di vita compatibili con i bisogni dei familiari e con la sicurezza. Due aspetti, allo stato attuale, non praticabili a Uta”. “Appare evidente che – sottolinea Caligaris – gli allacci fognari così come l’infermeria, infrastrutture indispensabili per la fruibilità del carcere, non possono funzionare per un blocco o addirittura essere inesistenti. Così come è indispensabile fornire servizi pubblici di collegamento per gli impiegati degli uffici amministrativi, per gli Agenti di Polizia Penitenziaria, per i familiari dei detenuti. C’è poi del tutto irrisolto il rebus di quale personale dovrà garantire la sicurezza contemporaneamente nei due Istituti e come potrà risultare efficiente una nuova struttura penitenziaria in un’area in cui nel frattempo ci sono operai di una ditta che stanno lavorando”. “Il discorso non cambia neppure se il progetto di inaugurare la struttura penitenziaria per blocchi – rileva la presidente di SDR – fosse finalizzato ai detenuti in regime di carcere duro. Anche in quel caso, nonostante le restrizioni si porrebbe il problema comunque di garantire i colloqui con i familiari ma ancora di più non servirebbe ad alleggerire Buoncammino dove sono presenti alcuni detenuti in alta sicurezza ma non ci sono invece quelli in “41bis”. Impraticabile del tutto il progetto anche per quanto riguarda il numero di Agenti. Senza dimenticare che l’intera zona non è stata ancora risanata dai residui della lavorazione delle carni sotterrati nell’area prospiciente con miasmi nauseabondi in estate”. “Resta ancora da approfondire infine – conclude Caligaris – la questione dei terreni che sono stati espropriati, l’importo inserito nel capitolato d’appalto ma attualmente è ancora in atto un contenzioso tra Opere Pubbliche e i proprietari.

Cagliari, 21 maggio 2012.

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