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STUPRO DI GRUPPO: SENTENZA RISPECCHIA CONCEZIONE MASCHILISTA SOCIETA’ ITALIANA

3 febbraio 2012 Nessun Commento

                “Il fatto che la sentenza della Cassazione sullo stupro di gruppo sia in perfetta linea con la ratio del diritto conferma una concezione maschilista della società italiana”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento alla sentenza con cui la Corte di Cassazione, interpretando un dispositivo della Corte Costituzionale, ha stabilito che le persone accusate di violenza sessuale di gruppo possono beneficiare anche di misure cautelari alternative rispetto alla detenzione in carcere.

“La nostra comunità nazionale – sottolinea Caligaris – è ancora profondamente immersa in una schizofrenia culturale e alterna a dichiarazioni di grande apertura verso l’emancipazione e la parità ad atti intrisi di schemi mentali del più bieco medioevo. E’ evidente che il contrasto alla violenza sessuale stabilito con la legge approvata nel 2009 non può, anche nei casi di abusi su minori, sposarsi con l’idea che rende in qualche modo meno grave uno stupro di gruppo rispetto a quello di un singolo”.

“Non è condivisibile alcuna forma di giustizialismo o di vendetta ma porre l’accento sulla “minore gravità” di un atto vile nei confronti di una persona indifesa compiuto dal branco rende molto difficile condividerne la logica. In realtà c’è un aspetto sottovalutato ed è quello della radicata misoginia in ogni norma che ha visto prevalere un’ottica maschile. Per cambiare davvero la società occorre quindi ridefinire il patto fondante e le sue leggi in un’ottica di genere e attivare reali programmi di rieducazione. Il problema non sono le pene detentive – conclude la presidente di SdR – ma una società in grado di prevenire le violenze valorizzando le presenze femminili in ogni ambito e se si consuma un reato così grave come lo stupro di gruppo sapere intervenire per restituire dignità alla persona offesa e ricostruire la personalità del violentatore e dei suoi compagni. Una sentenza così invece rischia di umiliare tutti e in specie le donne”.

Cagliari, 3 febbraio 2012

Con preghiera di diffusione, pubblicazione e/o lettura durante i notiziari radiotelevisivi.

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