Home » DOCUMENTI, In Evidenza, News

CARCERI: A BUONCAMMINO PER OLTRE 48 ORE DETENUTI ANCHE DUE BAMBINI

13 gennaio 2012 Nessun Commento

                Un bambino di due anni di età e una bimba di appena 6 mesi hanno trascorso due giorni e due notti in una cella di Buoncammino. I piccoli sono stati arrestati insieme alla mamma G. O. di nazionalità nigeriana lunedì 9 gennaio alle 6.45, nonostante un’apposita normativa stabilisca che solo condizioni eccezionali possono giustificare la permanenza in un carcere di creature di così tenera età. La vicenda è stata chiarita e risolta in mattinata dopo che il giudice Alessandro Castello ha effettuato l’interrogatorio di convalida dell’arresto alla donna che si è presentata al Magistrato accompagnata dall’avv. Luisella Pani e dai piccoli tra le braccia. Preso atto della situazione, il Magistrato ha disposto quindi immediatamente gli arresti domiciliari e la donna ha potuto far rientro nella sua abitazione. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” avendo appreso della “palese ingiustizia nei confronti di due innocenti”.

            “Ancora una volta – sottolinea l’ex consigliera regionale socialista – la mancanza a Cagliari di un Istituto a custodia attenuata ha costretto una donna e i suoi figlioletti a subire la custodia cautelare in carcere, un luogo tutt’altro che idoneo ad ospitare bimbi in tenera età. Lo Stato in Sardegna continua a non rispettare il principio delle pari opportunità negando un diritto alle madri e imponendo ai piccoli un evidente trauma”.

            “Nonostante l’umanità delle Agenti di Polizia Penitenziaria, che si sono prodigate per far trascorrere qualche momento di serenità alle creature e la disponibilità totale di Suor Angela che ha aiutato la donna a distrarre il piccolo, i bambini – afferma la presidente di SDR – hanno manifestato un profondo disagio trascorrendo la maggior parte del tempo piangendo”.

            “E’ assurdo che nonostante tanti buoni propositi, non si riesca a trovare una soluzione a un problema che si conosce da tempo e che richiede la disponibilità di uno spazio in una casa protetta. Una donna nelle condizioni di G.O. che parla un italiano stentato con due bambini piccoli che hanno bisogno di costanti cure non può rappresentare un così grave pericolo pubblico da richiedere la carcerazione. E’ molto più pericoloso per i bambini entrare in un Istituto di Pena sovraffollato con condizioni igienico-sanitarie precarie e creando uno stato di allerta in tutto il personale. Ovviare a questi casi è possibile – conclude Caligaris – non affidandosi solo alla sensibilità dei Magistrati ma promuovendo un’iniziativa ad hoc. Negare la libertà a un bambino rischia di essere un reato più grave di quello presunto attribuito alla mamma”.

 Cagliari, 11 gennaio 2012

Scrivi il tuo commento all'articolo

Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla redazione del sito.

E' possibile effettuare embed di qualsiasi oggetto multimediale o video (es. youtube-flickr) e utilizzare i seguenti tag:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Questo è un sito abilitato ai Gravatar. Per avere il tuo avatar universale registrati su Gravatar.

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.