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CARCERI: ERGASTOLANO MARIO DEIANA DI OLIENA “SONO INNOCENTE MA NON VENGO CREDUTO”. TOCCANTE LETTERA INDIRIZZATA A SDR.

30 dicembre 2011 Nessun Commento

                “Dopo il grave errore in primo grado, speravo che in appello, rivalutando le testimonianze e considerando le omissioni, emergesse con chiarezza la mia estraneità al duplice omicidio. Non è stato così. Sono diventato un numero e la mia disperazione cresce un giorno dopo l’altro. Sto pagando una colpa che non ho e soprattutto vengo considerato una persona malvagia”. Sono le affermazioni, contenute in una lettera inviata all’associazione “Socialismo Diritti Riforme” da Mario Deiana, 35 anni, di Oliena (Nuoro), recluso nella Casa Circondariale cagliaritana di Buoncammino da 4 anni, con cui sostiene l’estraneità ai fatti che gli sono valsi l’ergastolo in primo grado e in appello.

                “Soffro per i miei figli, per i miei genitori, per i miei fratelli, per tutti quelli che mi conoscono davvero e sanno – ha aggiunto Deiana –  chi realmente sono. All’inizio della detenzione ho aderito al coro a tenores di Buoncammino perché la musica e la preghiera mi sorreggevano nella speranza di una giustizia vera. Ora però la pena che mi è stata confermata mi opprime, mi impedisce di trovare pace, mi annienta la volontà. Temo che non otterrò mai l’aiuto in cui ho tanto sperato”.

                “Continuo tuttavia a pensare che chi ha fatto gli errori attribuiti a me prenda coscienza del male commesso e cerchi di porvi rimedio. Dal 2008 proclamo la mia innocenza ma purtroppo – ha concluso l’ergastolano – chi sa tace e in carcere c’è un numero in più, seppure innocente. Un numero che paga ingiustamente”.

                “La condizione umana di chi sconta una pena così pesante – afferma Maria Grazia Caligaris, presidente di SDR – è particolarmente dolorosa. Le testimonianze esprimono e rappresentano una realtà difficile da cogliere oltre le apparenze. Le dichiarazioni di innocenza richiedono sempre un’attenzione particolare specialmente quando, come in questo caso, all’efferatezza dell’evento criminoso addebitato si contrappone un’opposta visione con la rilevazione di errori e contraddizioni nelle dichiarazioni degli accusatori. Mario Deiana – conclude Caligaris – auspica che nel giudizio definitivo della Cassazione possa essere dimostrata la sua innocenza”.

Cagliari, 29 dicembre 2011

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