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CARCERI: ATTESTATI SOLIDARIETA’ A DETENUTO BAD’E CARROS DOPO GRAVE PROTESTA. ALESSANDRO BOZZA HA SOSPESO LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE. DOPO CHIARIMENTO E’ TORNATO NEL LABORATORIO E A SCUOLA.

2 dicembre 2011 Nessun Commento

        “Alessandro coi suoi lavori ha reso più felice i miei bambini che tutti i giorni li ammirano nelle loro camerette”. “Alessandro rappresenta un’ottima eccezione che dovrebbe diventare la regola”. Sono alcuni stralci di messaggi, giunti attraverso la posta elettronica all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con cui dei cittadini hanno voluto esprimere solidarietà e vicinanza al detenuto di Bad’e Carros Alessandro Bozza, che nei giorni scorsi, con un atto di grave autolesionismo, ha rifiutato cibo e acqua cucendosi la bocca.

“La notorietà dei libri-farfalla, che l’uomo confeziona nel laboratorio dell’Istituto con la collaborazione di altri cittadini privati della libertà in regime di Alta Sicurezza, ha determinato – afferma Maria Grazia Caligaris, presidente di SDR – una particolare attenzione da parte dell’opinione pubblica. Oltre ai messaggi scritti, i volontari dell’associazione hanno ricevuto alcune telefonate anche da conoscenti tarantini preoccupati per le condizioni di salute del detenuto”.

“La drammatica vicenda, seguita con particolare apprensione dai familiari, ha infine trovato – sottolinea la presidente di Socialismo Diritti Riforme – una positiva soluzione. L’uomo, che ha perso circa 12 chilogrammi in pochi giorni, dopo un lungo incontro con la dott.ssa Patrizia Incollu, direttrice dell’Istituto, e con il Magistrato di Sorveglianza ha accettato di farsi togliere la cucitura. Chiariti gli equivoci relativi all’interpretazione di differenti certificati medici e migliorate le condizioni di salute, ha ripreso il lavoro nel laboratorio e la frequenza delle lezioni, ritrovando immediatamente serenità ed entusiasmo per le sue creazioni”. “E’ evidente – conclude Caligaris – che il dialogo è l’unico strumento utile per ripristinare meccanismi di autoconservazione e ridurre i drammatici effetti dell’esasperazione in soggetti che soltanto nella vita produttiva, anche dentro un piccolo laboratorio, sembrano ritrovare l’unico scopo dell’esistenza”.

Cagliari, 2 dicembre 2011

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