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LEGGE SVUOTA CARCERI: BENE PROROGA MA NON BASTA

2 novembre 2011 Nessun Commento

            “Bene l’idea di estendere a un anno e mezzo la cosiddetta legge “svuota carceri”. Può aiutare ad alleggerire la presenza di detenuti ma per renderla più efficace occorre garantire a chi ne può usufruire un piccolo lavoro per mantenersi e un luogo in cui vivere. Senza questi provvedimenti aggiuntivi la sua applicazione resterà molto limitata e finito il periodo dei domiciliari ci sarà il rischio di un’alta recidiva”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, con riferimento alle parole del Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Franco Ionta con le quali ha sottolineato che i tempi sono maturi per estendere il beneficio dei domiciliari a chi deve finire di scontare un anno e mezzo di pena.

            “La prima “svuota carceri” avrebbe potuto avere un effetto maggiore se – sottolinea Caligaris – si fosse tenuto conto della situazione sociale reale della maggior parte dei detenuti. In particolare la popolazione cagliaritana di Buoncammino, nella maggior parte dei casi, non ha potuto accedere al beneficio perché la legge impone la disponibilità di una casa, dove peraltro le forze dell’ordine possano effettuare controlli in qualunque ora del giorno e della notte, e di una famiglia in grado di mantenere economicamente il congiunto ristretto. I domiciliari per questi cittadini sono un lusso che non possono permettersi”.

            “Si deve considerare inoltre che le amministrazioni comunali – ricorda Caligaris – si trovano davanti a delle scelte drammatiche in seguito all’aumento dei cittadini indigenti. E’ evidente infatti che i pochi mezzi finanziari siano dirottati verso le famiglie e trascurino i problemi di chi è privato della libertà. Difficoltà incontrano anche gli operatori sociali dell’UEPE. In un tessuto economico povero di iniziative è quasi impossibile trovare spazi lavorativi per chi esce da un periodo di detenzione”.

            “Affermare, come fa il dott. Ionta, che la Magistratura di Sorveglianza ha applicato la norma in modo limitato è vero, ma il perché ciò sia avvenuto è responsabilità del legislatore che ha posto troppi insormontabili paletti. Chi conosce la realtà detentiva in Italia sa che un provvedimento che potrebbe liberare un migliaio di posti va comunque bene ma con oltre 12 mila persone private della libertà in più rispetto alla capienza tollerabile delle celle non è certo risolutivo. E’ indispensabile in ogni caso – conclude Caligaris – rafforzare il sistema della prevenzione sociale e del reintegro positivo di chi ha sbagliato”.

Cagliari, 2 novembre 2011

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