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SANITA’ PENITENZIARIA SARDEGNA: NON RISPETTATE SCADENZE

1 ottobre 2011 Nessun Commento

“Mercoledì prossimo scadranno i termini per il passaggio alle Aziende Sanitarie Locali dei beni e dei locali adibiti alle funzioni sanitarie. Non risulta però che sia stato definito l’accordo tra il Ministero della Giustizia e la Regione. In un momento così delicato per le strutture penitenziarie, con le celle superaffollate, è indispensabile far rispettare gli impegni altrimenti aumenteranno malcontento e disagio”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” ricordando che “il passaggio delle competenze tra il Ministero della Giustizia e le ASL della Sardegna in materia di Sanità Penitenziaria è ancora in alto mare”. “Fino ad ora infatti sono state rispettate dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e da quello per la Giustizia Minorile – sottolinea Caligaris – le procedure per il trasferimento al Servizio sanitario della Regione delle funzioni, afferenti il servizio medico-tecnico-infermieristico e veterinario, ma non è stato fatto alcun concreto passo per definire le questioni più delicate che riguardano il finanziamento e i livelli di assistenza”. “Il Ministero della Giustizia intende interrompere il suo impegno finanziario il 31 dicembre prossimo e se la Regione non presenterà una propria proposta la scadenza diverrà definitiva. E’ inoltre di primaria importanza – evidenzia ancora la presidente di “Socialismo Diritti Riforme” – il rispetto dell’obbligatorietà dell’istituzione, a pena di sanzioni, dell’Osservatorio Permanente sulla Sanità Penitenziaria. Lo ha previsto la Conferenza Stato-Regioni proprio per garantire la qualità dell’assistenza. Non è stato neppure ancora avviato il tavolo di confronto per definire l’organizzazione e l’organigramma del servizio a livello regionale”. “Dopo quasi un mese dall’entrata in vigore delle norme di attuazione – chiarisce Caligaris – la galassia carceri continua a vivere una condizione di incertezza e registra un aggravamento dei problemi anche per la tipologia dei cittadini privati della libertà che richiedono costante attenzione. L’impressione diffusa è che la questione sia sottovalutata forse anche per le emergenze sanitarie in atto. La complessità della materia e la cogenza di alcune norme invece richiedono un’attenzione particolare. Tra gli impegni anche quello di individuare il personale medico a cui affidare le prestazioni medico-legali per gli Agenti di Polizia Penitenziaria”. “La riforma in Sardegna interessa circa 250 persone, titolari di rapporto di lavoro in forza il 5 settembre scorso ma riguarda direttamente oltre 2.200 persone private della libertà compresi i minori della struttura di Quartucciu. La situazione più difficile è quella di Buoncammino dove a fronte di 30 posti letto nel Centro Diagnostico Terapeutico si trovano in media 38 detenuti con gravi patologie (neoplasie, cardiopatie, ischemie, esiti di infarto al miocardio). Nella struttura penitenziaria cagliaritana, con 530 detenuti (380 la capienza regolamentare), vivono oltre 200 pazienti tossicodipendenti e quasi altrettanti con malattie del fegato, una cinquantina di sieropositivi all’Hiv, e dove si trovano anche 210 pazienti psichiatrici, alcolisti ecc. E’ improcrastinabile un tavolo di concertazione per delineare un quadro oggettivo dei bisogni e delle necessità e per chiarire in che modo la Regione intende organizzare questo delicato settore”.

Cagliari, 30 settembre 2011

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