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CARCERI: IN SARDEGNA SU 2035 DETENUTI 537 IN ATTESA DI GIUDIZIO

6 settembre 2011 Nessun Commento

Nei 12 Penitenziari della Sardegna vivono complessivamente 2.035 detenuti (61 donne), 537 sono in attesa di giudizio (238 non hanno ancora subito neppure un processo, gli altri sono appellanti), 1.471 invece sono definitivi. Gli stranieri sono 863. I dati, diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, si riferiscono alla situazione al 31 agosto 2011. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” sottolineando che “la presenza di un così elevato numero di detenuti in attesa di giudizio è un grave segnale di malessere”.

“In un mese, nell’isola i cittadini privati della libertà sono aumentati mentre sono diminuiti gli Agenti di Polizia Penitenziaria. Solo nella Casa Circondariale di Buoncammino ne mancano ormai una settantina. Al 31 luglio – precisa Caligaris – i detenuti erano 2011, 24 di meno. Un dato che acquista un significato più preciso se si considera che in Sardegna nell’ultimo mese hanno lasciato il carcere per la legge sull’esecuzione nel domicilio delle pene detentive fino a 12 mesi complessivamente 9 persone (da quando la norma è divenuta esecutiva al 31 agosto solo137 detenuti (tra cui 33 stranieri e 4 donne) sono andati ai domiciliari. Nei primi giorni di settembre però il numero di ristretti è ulteriormente cresciuto di 70 unità per iniziativa del DAP che ha trasferito nell’isola detenuti dalla Penisola distribuendoli nei diversi Istituti”.

“Rispetto a realtà come la Lombardia (9.312 detenuti contro un capienza regolamentare di 5.652 posti), la Sicilia (7.754 contro 5.419) o la Campania (7.554 contro 5.593), quella sarda (2.035 contro 1.981) appare come una condizione accettabile se non felice. Ciò che però rende invivibile la permanenza dentro le carceri dell’isola è la distribuzione nei singoli Istituti. Solo nel carcere di Buoncammino di Cagliari convivono oltre 530 detenuti (380 è invece la capienza regolamentare). Un sovraffollamento reso ancora più difficile trattandosi di una struttura risalente alla fine dell’Ottocento”.

“La presenza di oltre un quarto di detenuti in attesa di giudizio dentro il sistema penitenziario isolano – evidenzia la presidente di SDR – determina una condizione difficile da gestire. E’ noto infatti che il primo periodo di detenzione risulta particolarmente gravoso per la persona privata della libertà e condiziona fortemente la convivenza dentro le celle. Sono i soggetti più fragili e maggiormente esposti ad atti di autolesionismo estremo. Una situazione che richiama la necessità di ridurre i tempi di attesa della sentenza e di creare un ambiente in grado di contenere – conclude Caligaris – il malessere dei ristretti”.

Cagliari, 6 settembre 2011

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