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CARCERI: IL MAGISTRATO DI LATINA HA NEGATO DOMICILIARI A MAMMA 4 BAMBINI INCINTA DI DUE GEMELLI. PER SDR “DECISIONE IN CONTRASTO CON SENSO DI UMANITA’”

1 settembre 2011 Nessun Commento

 “E’ ancora nel carcere di Buoncammino V. D. 28 anni, di nazionalità serba, madre di quattro bambini di 8, 6, 5 e 3 anni, incinta di due gemelli. Il Magistrato di Latina infatti ha ritenuto lo stato di gravidanza compatibile con la detenzione negando gli arresti domiciliari. Una decisione in contrasto con il senso di umanità”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” ricordando che “nelle scorse settimane la giovane è stata ricoverata nell’ospedale “San Martino” di Oristano per minaccia d’aborto”

“La giovane slava che non ha ancora potuto effettuare un colloquio con il marito, attualmente in un campo nomadi in Sardegna, è molto preoccupata per i bambini. Uno di loro, quello di 5 anni, deve essere – sottolinea Caligaris – ricoverato all’ospedale “Bambin Gesù” di Roma per alcuni problemi ai reni”.

 “Non è possibile – sostiene la presidente di SDR – che le condizioni di V.D. possano essere ritenute compatibili con la carcerazione anche se attualmente non è in minaccia d’aborto. Non si può ritenere che un Istituto sovraffollamento, con 530 detenuti tra cui 29 donne, sia in grado di garantire una condizione adeguata al periodo di gestazione. Senza considerare l’ansia derivante dalla preoccupazione dei quattro bambini rimasti nel campo nomadi con il padre”.

              “Appare quindi un atto non improntato al senso di umanità un provvedimento che nega una condizione detentiva meno pesante a una persona che non ha ucciso, non ha trafficato droga, non ha picchiato o violentato qualcuno, né è associata a qualche cosca mafiosa. Pagare il debito con la giustizia in un ambiente meno opprimente o rimandare l’esecuzione penale a un momento successivo alla gestazione può essere – evidenzia ancora Caligaris – un atto di apprezzabile buon senso”.

“La presenza della giovane detenuta incinta – conclude Caligaris – sta generando ansia e preoccupazione tra gli operatori penitenziari. Alla sensibilità dei Medici e delle Agenti di Polizia Penitenziaria si sono aggiunte quelle delle compagne di cella e di sezione. La solidarietà però non basta. E’ indispensabile un gesto umanitario del Magistrato che consenta alla giovane donna di essere collocata in una struttura alternativa dove possa anche riabbracciare i suoi bambini”.

Cagliari, 31 agosto 2011

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