SANITA’ PENITENZIARIA: APPELLO AL NEO ASSESSORE SIMONA DE FRANCISCI PER ISTITUZIONE DIPARTIMENTO
“La situazione di profondo malessere negli istituti Penitenziari dell’isola, con particolare riferimento alle problematiche relative alla Sanità Penitenziaria, richiedono un urgente intervento per definire l’organizzazione del servizio con un apposito Dipartimento”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” che sull’argomento ha inviato una lettera aperta al nuovo assessore dell’Igiene, Sanità e Assistenza Sociale Simona De Francisci.
“I problemi, in questi ultimi mesi, si sono ulteriormente aggravati e la questione della sanità penitenziaria è divenuta un’emergenza – sottolinea Caligaris – riconosciuta e affermata dai direttori, dagli operatori, medici, infermieri, tecnici ed educatori, e dagli Agenti di Polizia Penitenziaria troppo spesso chiamati a piantonare in ospedale detenuti affetti da gravissime patologie. E’ particolarmente delicata e insostenibile a Buoncammino dove sono reclusi oltre 200 pazienti tossicodipendenti e quasi altrettanti con malattie del fegato, una cinquantina di sieropositivi all’Hiv, e dove si trovano anche 210 pazienti psichiatrici, alcolisti ecc. Senza dimenticare che nel CDT (Centro Diagnostico Terapeutico) sono ricoverati detenuti affetti da neoplasie, cardiopatie, ischemie, aneurismi e esiti di infarto al miocardio”.
“Il 27 luglio scorso, com’è noto, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il decreto sulle “Norme di attuazione dello Statuto speciale della regione Sardegna in materia di sanità penitenziaria” sancendo – ricorda la presidente di SDR che ha sollecitato anche un’audizione all’assessore De Francisci – il definitivo passaggio della Sanità Penitenziaria dal Ministero della Giustizia alla Regione Sardegna. E’ imminente quindi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ma sono ancora irrisolti diversi aspetti a partire dal fondo da destinare a questo importante capitolo. Nel frattempo, anche in considerazione del momento di particolare difficoltà dovuto al sovraffollamento, sarebbe auspicabile avviare un immediato tavolo di concertazione per delineare un quadro oggettivo dei bisogni e delle necessità e chiarire in che modo la Regione intende disporre l’organigramma e l’organizzazione del servizio. C’è infatti il rischio che ciascuna ASL, come in parte è avvenuto in alcune situazioni, proceda in autonomia creando presupposti successivamente difficili da ricondurre a uniformità”.
“I problemi della sanità penitenziaria riguardano complessivamente almeno 2.200 detenuti a cui occorre aggiungere i relativi familiari, gli operatori sanitari (oltre 250 tra Medici, Infermieri e Tecnici) e quelli penitenziari. Un Suo autorevole intervento – conclude Caligaris – è improcrastinabile anche perché il Ministero, come è noto, ha deciso di chiudere la partita entro il 31 dicembre 2011, negando quindi qualunque ulteriore proroga finanziaria”.
Cagliari, 17 agosto 2011
Scrivi il tuo commento all'articolo