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CARCERI: ANCHE UIL PENITENZIARI DENUNCIA RISCHIO SICUREZZA A BUONCAMMINO.

29 agosto 2011 Nessun Commento

“Anche la segreteria provinciale di Cagliari denuncia il rischio sicurezza nel carcere di Buoncammino. La situazione è particolarmente delicata nella sezione femminile dove talvolta una sola Agente deve garantire la vigilanza per 26 donne private della libertà, una decina delle quali extracomunitarie, con problemi di convivenza e dov’è ristretta anche una donna incinta di due gemelli”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme” con riferimento alla lunga nota che Michele Cireddu, segretario provinciale di Cagliari della Uil Penitenziari, ha inviato al Provveditore regionale Gianfranco De Gesu.

“La situazione critica per la sicurezza – continua Caligaris – può determinare condizioni di invivibilità qualora venga meno il senso di responsabilità delle detenute. Lo sforzo delle Agenti è quindi ancora più apprezzabile se si considera che le recluse, soprattutto durante i mesi estivi, non hanno adeguate e sufficienti opportunità di lenire le tensioni con corsi o iniziative. L’area educativa infatti avrebbe necessità di spazi e di risorse maggiori per poter garantire costantemente attività destinate al reinserimento sociale delle detenute”.   

“A rendere ancora più difficile la vita lavorativa della Polizia Penitenziaria di Buoncammino, sottodimensionata di almeno 60 agenti, sono – ricorda Caligaris – i continui piantonamenti in ospedale per detenuti gravemente ammalati. Nelle ultime settimane si sono verificati ben 4 casi drammatici che hanno richiesto l’impiego di 35 agenti e il mantenimento in servizio in Istituto di alcuni per 12 ore consecutive. Insomma ben oltre i limiti della sopportazione. Si continua ad ignorare il diritto costituzionale della salute e principio del buon senso che suggerisce la permanenza in strutture alternative degli ammalati con gravi patologie”.

“Non si possono – conclude la presidente di SDR – ulteriormente ignorare le pesanti condizioni di vita dei detenuti e del personale nella struttura di Cagliari. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria invece manifesta scarsa sensibilità. Il segnale più evidente è nelle continue nuove assegnazioni alla Sardegna di reclusi. Nel fine settimana appena trascorso sono arrivati infatti nell’isola 80 cittadini privati della libertà. Una nuova iniezione di disagio e preoccupazione per tutti gli operatori del sistema penitenziario. La Sardegna insomma si conferma un’isola ad alta vocazione di servitù detentiva”.

 Cagliari, 29 agosto 2011

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