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CARCERI: A BUONCAMMINO ANCHE GIOVANE DONNA MADRE DI 4 FIGLI INCINTA DI DUE GEMELLI

27 agosto 2011 Nessun Commento

CARCERI: A BUONCAMMINO ANCHE GIOVANE SLAVA INCINTA DI DUE GEMELLI “Una giovane donna slava, al terzo mese di gravidanza, è reclusa nel carcere cagliaritano di Buoncammino. Si tratta di una ragazza che aspetta due gemelli ed è già madre di quattro bambini rimasti in un campo nomadi a Latina, dove anche lei ha la residenza. Le sue condizioni sono incompatibili con la carcerazione specialmente in un Istituto in cui il sovraffollamento, in questi giorni sono 530 i detenuti tra cui 26 donne, non può garantire uno stato di benessere adeguato al periodo di gestazione”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso la situazione di V.D. 28 anni, slava ma da molti anni in Italia. “Non è la prima volta – sottolinea Caligaris – che una donna incinta finisca a Buoncammino. Ultimamente però sempre più spesso donne incinte vengono recluse nelle strutture penitenziarie isolane trascurando la logica che suggerisce la loro permanenza in un ambiente sano per il nascituro e quindi meno opprimente per la gestante”. “E’ evidente – ricorda ancora la presidente di SDR – che una donna in attesa di un bambino non può restare dentro una cella se non altro per avere garantite condizioni igieniche adeguate e la necessaria dieta alimentare. Non può essere ignorato il fatto che nello specifico si tratta di una gestazione di circa 14 settimane di due creature in crescita nella fase dello sviluppo più delicato per la vita. Una condizione critica per la madre”. “Sarebbe quindi opportuno un immediato provvedimento del Magistrato per consentire alla donna di attendere l’eventuale processo e/o pagare il suo debito con la giustizia in un ambiente più ospitale. La presenza della detenuta incinta del resto crea ansia e preoccupazione tra gli operatori penitenziari. E’ infatti evidente che in casi così delicati non basta la pur immancabile sensibilità dei Medici e delle Agenti di Polizia Penitenziaria e neppure quella delle compagne di cella e di sezione. Lo sforzo organizzativo e la solidarietà hanno permesso alla giovane di essere collocata nella cella “nido” a due letti, ma le condizioni di vivibilità che il carcere di Buoncammino è in grado di offrire – conclude Caligaris – non sono certo idonee alla situazione. Per questo è indispensabile il gesto umanitario di un Magistrato che consenta alla giovane donna di essere collocata in una struttura protetta dove possa anche riabbracciare i suoi bambini”. Cagliari, 26 agosto 2011

 

“Una giovane donna slava, al terzo mese di gravidanza, è reclusa nel carcere cagliaritano di Buoncammino. Si tratta di una ragazza che aspetta due gemelli ed è già madre di quattro bambini rimasti in un campo nomadi a Latina, dove anche lei ha la residenza. Le sue condizioni sono incompatibili con la carcerazione specialmente in un Istituto in cui il sovraffollamento, in questi giorni sono 530 i detenuti tra cui 26 donne, non può garantire uno stato di benessere adeguato al periodo di gestazione”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, avendo appreso la situazione di V.D. 28 anni, slava ma da molti anni in Italia.

“Non è la prima volta – sottolinea Caligaris – che una donna incinta finisca a Buoncammino. Ultimamente però sempre più spesso donne incinte vengono recluse nelle strutture penitenziarie isolane trascurando la logica che suggerisce la loro permanenza in un ambiente sano per il nascituro e quindi meno opprimente per la gestante”.

                “E’ evidente – ricorda ancora la presidente di SDR – che una donna in attesa di un bambino non può restare dentro una cella se non altro per avere garantite condizioni igieniche adeguate e la necessaria dieta alimentare. Non può essere ignorato il fatto che nello specifico si tratta di una gestazione di circa 14 settimane di due creature in crescita nella fase dello sviluppo più delicato per la vita. Una condizione critica per la madre”.

                “Sarebbe quindi opportuno un immediato provvedimento del Magistrato per consentire alla donna di attendere l’eventuale processo e/o pagare il suo debito con la giustizia in un ambiente più ospitale. La presenza della detenuta incinta del resto crea ansia e preoccupazione tra gli operatori penitenziari. E’ infatti evidente che in casi così delicati non basta la pur immancabile sensibilità dei Medici e delle Agenti di Polizia Penitenziaria e neppure quella delle compagne di cella e di sezione. Lo sforzo organizzativo e la solidarietà hanno permesso alla giovane di essere collocata nella cella “nido” a due letti, ma le condizioni di vivibilità che il carcere di Buoncammino è in grado di offrire – conclude Caligaris – non sono certo idonee alla situazione. Per questo è indispensabile il gesto umanitario di un Magistrato che consenta alla giovane donna di essere collocata in una struttura protetta dove possa anche riabbracciare i suoi bambini”.

Cagliari, 26 agosto 2011

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